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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 17:31.

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Giovedì sarà passata una settimana dall'accordo raggiunto in sede europea per il nuovo piano di salvataggio della Grecia. A giudicare però dalla reazione del mercato azionario e obbligazionario di questa settimana non sembra proprio che "il piano Marshall" per Atene abbia tranquillizzato più di tanto gli investitori.

Spread e rendimenti in salitaper l'Italia
Ne ha fatto le spese l'Italia, già finita sotto il fuoco della speculazione nelle scorse settimane a causa dell'ingente debito pubblico che grava sulle sue spalle. All'asta dei BTp decennali sono stati collocati 942,4 milioni di euro con un rendimento del 4,07% (in rialzo dell'1,56% rispetto all'asta precedente). Intanto sul mercato secondario il differenziale di rendimento con il Bund tedesco, termometro della fiducia dei mercati, è salito sopra quota 300 punti. L'ampliamento dello spread è legato all'aumento dei tassi pagati sui BTp (saliti di 13 punti base al 5,76%) ma anche al calo dei tassi sul Bund, scesi di cinque punti base al 2,69 per cento. La persistente incertezza sull'innalzamento del tetto al debito negli Stati Uniti infatti spinge gli investitori ad acquistare il solido titolo tedesco. Non ha poi aiutato la notizia riportata dal Financial Times e dal Sole 24 Ore secondo cui Deustsche Bank avrebbe ridotto dell'88% la sua esposizione in titoli del nostro paese.

L'incognita della politica
Come mai l'euforia per l'approvazione del "piano Marshall" per la Grecia è svanita così rapidamente
? Le misure previste non sono forse abbastanza radicali per arginare il contagio del virus greco ad altri paesi europei? «Il piano va nella giusta direzione - risponde Angelo Drusiani, gestore obbligazionario di Banca Albertini Syz - il problema è un altro. Il mercato teme che ci possano essere intoppi nell'approvazione da parte dei singoli paesi». C'è incertezza anche sui tempi. Il ministro delle Finanze francese François Baroin ha detto che il voto del Parlamento sul piano salva Grecia non avverrà prima di ottobre.

Il fondo salva stati
Nel frattempo la speculazione continua a colpire i paesi più deboli come Spagna e Italia. Non aiutano a questo proposito le parole di Wolfgang Shaueble. In una lettera che sintetizza i risultati dell summit europeo datata 21 luglio, ma resa pubblica solo in queste ore, il numero uno del Tesoro tedesco si esprime in maniera molto prudente sulle nuove prerogative del fondo salva stati. In particolare quella che gli consente di acquistare titoli sul mercato secondario per sterilizzare gli effetti della speculazione sui debiti dei paesi a rischio. Queste operazioni - secondo Shaueble - dovranno avvenire solo in particolari condizioni di mercato e dolo dopo l'approvazione della Bce.

Il coinvolgimento dei privati
Infine c'è l'incertezza per il coinvolgimento dei privati nel salvataggio della Grecia. Le agenzie di rating hanno già espresso le loro perplessità: Moody's ha tagliato ulteriormente il proprio rating di Atene e Fitch ha fatto capire che si va verso un "default limitato". Le conseguenze di tutto ciò rischiano di essere pesanti svalutazioni nei bilanci delle banche. Non a caso sono proprio i titoli del credito a essere bersagliati dalle vendite: l'indice Eurostoxx delle banche cede oltre due punti e mezzo percantuali a un'ora dalla chiusura degli scambi.

Le conseguenze sul debito italiano
Insomma l'euforia che aveva accolto il "piano Marshal" dell'euro sembra essere totalmente svanito e i titoli italiani continuano ad essere bersagliati. Le conseguenza di questa situazione è che il peso degli interessi che paghiamo sul nostro debito pubblico è destinato ad aumentare appesantendo ulteriormente il fardello da 1.829,7 miliardi di euro che grava sulle finanze pubbliche. «Nell'immediato i costi dell'aumento dei differenziali per il nostro Paese sono limitati, ma se l'attuale livello degli spread persistesse ne deriverebbero oneri ingenti per i conti pubblici», ha detto il sottosegretario all'Economia Bruno Cesario rispondendo a un'interrogazione parlamentare dell'Italia dei valori. Quanto ingenti saranno questi oneri? «Uno spostamento verso l'alto della curva dei rendimenti di 100 punti base comporterà un incremento della spesa per interessi pari a circa 0,2 punti percentuali di Pil nel primo anno e a 0,4 e 0,5 punti rispettivamente nel secondo e nel terzo anno».

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