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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 06:42.

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La fame di carbone della Cina potrebbe produrre a breve l'ennesima acquisizione nel settore in Australia, dove l'attività di M&A è sempre più effervescente, grazie alla forte discesa delle valutazioni delle minerarie. Obiettivo del takeover è Gloucester Coal, proprietaria di due miniere a cielo aperto, che producono attualmente 1,8 milioni di tonnellate di carbone l'anno, e di diverse licenze esplorative. La società, che è controllata da Noble Group con il 64,5%, ha confermato di essere in trattative per la cessione e ieri ha chiesto alla Borsa di Sydney di essere sospesa per due sedute dalle contrattazioni.
Non è ancora stata ufficialmente svelata, invece, l'identità del candidato acquirente. Ma le indiscrezioni puntano con insistenza su Yancoal Australia, divisione australiana della cinese Yanzhou Coal, che guarda caso ha chiesto un'analoga sospensione alle Borse di Hong Kong e Shanghai. Il gruppo nel 2009 aveva rilevato per 3,5 miliardi di dollari un'altra società carbonifera australiana, la Felix Resources: operazione che Canberra aveva autorizzato a condizione che entro il 2012 Yancoal Australia quotasse sul mercato locale almeno il 30% degli asset.
Una fusione con Gloucester permetterebbe di risolvere il problema del collocamento in Borsa, evitando i rischi di un'Ipo, in un periodo negativo per i titoli minerari. Dal punto di vista industriale, inoltre, consentirebbe notevoli sinergie: gli asset, nel carbone termico e da coke, sono concentrati nel New South Wales e nel Queensland.
Gloucester, che dall'inizio dell'anno ha visto la sua capitalizzazione ridursi di oltre il 40% della capitalizzazione, ha oggi un valore di mercato di 1,4 miliardi di $.Gli analisti ritengono che possa attirare un'offerta intorno a 1,8-1,9 miliardi. Se l'operazione andasse in porto, ne nascerebbe un gruppo del valore di circa 8 miliardi, con la possibilità di diventare nel giro di pochi anni il maggior produttore indipendente di carbone in Australia: Gloucester punta ad espandere l'output fino a 10 milioni di tonn. l'anno entro il 2016 e Yancoal prevede di arrivare a 20 milioni entro il 2015. Insieme supererebbero Whitehaven Coal e Aston Resurces, che hanno annunciato la settimana scorsa una fusione da 2,5 miliardi di $ per costituire un gruppo capace di produrre 25 milioni di tonn. entro il 2016.
La febbre da M&A che stainteressando il settore carbonifero australiano ha già portato all'annuncio di operazioni per 11,9 miliardi di $ quest'anno (contro i 9,44 miliardi del 2010), un record storico. L'acquisizione più costosa è stata quella di Macarthur Coal da parte della statunitense Peabody Energy: 4,9 miliardi. È in vendita anche l'australiana New Hope Coal, mentre Aquila Resources – interessata a raccogliere fondi per finanziare lo sviluppo di depositi di minerale di ferro – ha messo sul mercato tre miniere, tra cui quella di carbone di Washpool, che secondo Bloomberg avrebbe attirato l'attenzione del consorzio indiano a sostegno statale International Coal Ventures.
La settimana scorsa l'Agenzia internazionale dell'energia (Aie) ha previsto che fino al 2016 i consumi mondiali di carbone cresceranno al ritmo del 2,8% l'anno, trainati dalla Cina, per arrivare a 6.184 milioni di tonn, una quantità esattamente pari alla produzione attesa per quell'anno.
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