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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2012 alle ore 06:42.

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Chi parla di una nuova corsa all'oro per la frenesia di investimenti in corso nel settore del gas scistoso ha da ieri due nuovi argomenti per la sua tesi: Total non esita a investire 2,3 miliardi di dollari nello shale gas negli Stati Uniti, nonostante l'intensificarsi delle proteste ambientaliste e del rischio di contenziosi giudiziari; con un'intesa analoga, la cinese Sinopec investirà 2,2 miliardi di dollari per una partecipazione di un terzo negli interessi della Devon Energy nel settore. Il gruppo francese ha raggiunto l'intesa per prendere il 25% di una joint venture con due società americane, Chesapeake e EnerVest nell'area Utica Shale dell'Ohio: pagherà alla prima 610 milioni di dollari e alla seconda 290 milioni, con l'impegno a investire 1,42 miliardi per lanciare le attività estrattive. L'accordo annunciato ieri si riferisce a un'area di circa 619mila in dieci contee: secondo il broker Ca Cheuvreaux il prezzo di 14.800 dollari per acro appare piuttosto caro.
Sinopec pagherà inizialmente 900 milioni in contanti e investirà 1,6 miliardi nell'estrazione su aree per complessivi 1,2 milioni di acri in Alabama, Mississippi, Ohio, Colorado e Michigan. Due mesi fa era stata la norvegese Statoil a evidenziare l'attrattiva delle risorse non convenzionali negli Usa con una intesa da 4,4 miliardi di dollari con Brigham Exploration.
Se lo shale gas è da molti considerato una delle più promettenti risorse non convenzionali, è anche vero che la sua espansione ha cominciato ad essere rallentata dai timori sull'inquinamento del suolo e dell'aria e dal sospetto che la sua estrazione dalla rocce del sottosuolo con la tecnica del «fracking» (fratturazione idraulica) possa provocare terremoti. Proprio in Ohio l'insolità attività sismica degli ultimi mesi, culminata sabato scorso con una scossa di magnitudo 4, ha rilanciato queste preoccupazioni e promette di dar vita a nuove class action giudiziarie, mentre già nell'ottobre scorso l'Assemblea nazionale francese ha votato una legge per vietare il fracking suscitando le ire della stessa Total.
«Questa intesa è coerente con la nostra strategia di posizionamento nei settori non convenzionali ad ampio potenziale e, in questo caso, con un valore legato in prevalenza ai prezzi del petrolio », ha dichiarato Yves-Louis Darricarrère, direttore del ramo esplorazione e produzione del gruppo francese, che ha già una joint con Chesapeake nell'area Barnett Shale in Texas.
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