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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2012 alle ore 08:12.

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L'amministratore delegato di Unicredit, Federico GhizzoniL'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni

Ora tutti si aspettano che riprenda anche il credito alle imprese e alle famiglie. Soprattutto: tutti si aspettano che scendano i tassi che le banche praticano alla clientela. La Bce vi finanzia all'1% e voi quanto fate pagare?
Purtroppo le banche non si finanziano all'1%. I prestiti della Bce solo solo una piccola parte dello stock globale. Per le banche, in Italia, il costo medio dei depositi a termine è salito a oltre il 4%. Ovvero il doppio di un anno fa. E il costo del credito alla clientela deve tenere conto di questo punto di partenza. Il problema, per il Paese, resta lo spread tra BTp e Bund decennale, che ancora rimane alto. Con il Governo tecnico guidato da Mario Monti c'è stato un miglioramento. La manovra di Natale ha fermato una deriva pericolosa. Ma serve tempo per continuare l'azione di recupero di credibilità del Paese. Io ho fiducia che il quadro generale sia in miglioramento. In Italia, sono decisivi i provvedimenti che il Governo prenderà per la crescita. E in Europa la difficile intesa sull'unione fiscale, che speriamo venga implementata con rapidità, è il segnale che finalmente si va verso una soluzione ai problemi dell'Unione europea.

L'euro però resta debole. E si moltiplicano gli hedge fund che scommettono su una sua implosione. Che succederà?
È indubbio che una parte del mondo finanziario anglosassone abbia valutazioni negative nei confronti dell'euro. Ma io credo che sia irrealistico pensare che l'euro venga messo in discussione. Dalla Germania sono arrivati importanti a difesa dell'euro. Serve unità politica e mi pare che ci sia. O che ce ne sia più di prima, come dimostra l'accordo sull'unione fiscale raggiunta anche a costo di non avere il supporto della Gran Bretagna. Ora l'importante è che anche l'Italia venga ammessa ai futuri tavoli di discussione. Ma altrettanto importante è che l'Italia pensi ad accelerare le riforme.

Cosa si aspetta dal nuovo Governo sul fronte della crescita?
Quello di cui il Paese ha bisogno da tanti anni. Contenimento della spesa, tagli alla pubblica amministrazione con attenzione alle tante inefficienze. Da lì possono arrivare risorse per le infrastrutture. E poi le liberalizzazioni e la riforma del lavoro, d'intesa con i sindacati, perchè l'attuale sistema è troppo ingessato e penalizzza donne e giovani. Decisiva poi è, a mio giudizio, una riforma fiscale senza la quale sarà difficile rilanciare consumi e investimenti.

E le privatizzazioni?
Certo. E non solo quelle del patrimonio immobiliare. Si può iniziare a valutare privatizzazioni importanti quali ad esempio Poste e Ferrovie.

Per le infrastrutture sarà decisivo anche il ruolo delle banche. Ma anche la spinta del neo Ministro Corrado Passera, che fino a poche settimane fa è stato al vertice di Intesa Sanpaolo? Avete già parlato di infrastrutture da quando è diventato ministro?
Ho già avuto più di un contatto con Passera, che ha le idee chiare e conosce bene il tema delle infrastrutture, dei progetti e delle dinamiche finanziarie. Gli ho confermato l'impegno di UniCredit a sostenere progetti importanti. E abbiamo convenuto sulla necessità di una complessiva politica industriale che dia certezze per chi intende investire in infrastrutture come ad esempio autostrade, porti, aeroporti.

Perchè i progetti si realizzino, servirà una collaborazione tra le due grandi banche del Paese. Alla guida di Intesa Sanpaolo è appena arrivato Enrico Tomaso Cucchiani, che è stato per anni consigliere di amministrazione di UniCredit in rappresentanza di Allianz. La collaborazione aumenterà?
Con Intesa Sanpaolo, fatta salva la naturale concorrenza, c'è già grande collaborazione su molti progetti. Di Cucchiani ho rispetto, con lui mi sono sempre inteso bene. Sono sicuro che la collaborazione tra UniCredit e Intesa Sanpaolo nelle infrastrutture continuerà e sarà utile al Paese.

E con Mediobanca? In questi giorni si stanno decidendo le sorti di FondiariaSai. Che ruolo intende avere UniCredit, azionista e creditore dell'intera filiera della galassia Ligresti?
Posso solo dire che è stata importante la decisione presa dal consiglio di amministrazione di FondiariaSai di procedere con l'aumento di capitale. Noi lavoriamo con Mediobanca e con la famiglia Ligresti per trovare una soluzione che permetta di valorizzare la compagnia. Mi sembra che ci sia interesse da parte di tutti i soggetti in campo ad andare nella direzione più giusta.

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