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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2012 alle ore 06:41.

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A destare perplessità per l'Ania è anche la norma che abbassa a 5 giorni il termine per la perizia dei danni, quando la compagnia deve procedere al risarcimento comunque, anche se l'assicurato decide di non procedere alla riparazione.
Nodo perizie
«Si mette ulteriormente a rischio la qualità della perizia nella Rca – osserva Antonio Pietrini, presidente Asais, associazione per l'analisi degli incidenti stradali e presidente onorario di Aicis (consulenti infortunistica stradale) –. Termini così stretti non sono compatibili con le attuali tariffe che hanno già costretto molti validi professionisti all'abbandono del settore. Uno studio, per sopravvivere, oggi deve effettuare almeno 1.500 perizie all'anno, un volume che non consente verifiche istantanee mirate ed è compatibile solo con una gestione con sopralluoghi organizzati programmabili su più perizie. L'impegno previsto dalla nuova norma ridurrebbe molto il numero di perizie praticabili, che quindi dovrebbero essere pagate il triplo, con conseguenze che, anche ingiustificatamente, le compagnie farebbero ricadere sui premi. E già ora gli assicurati che non provocano incidenti (oltre il 90% del totale) pagano anche per quel 10% che invece li provoca, poiché la fase liquidativa è carente di istruttoria e un sinistro su tre è liquidato senza un'effettiva individuazione delle responsabilità, con liquidazioni a entrambe le parti, che finiscono col rappresentare più del 100% del dovuto».
Confronto
Quanto all'obbligo dei tre preventivi, il limite evidenziato da operatori e consumatori (si veda l'articolo a fianco) è che difficilmente l'intermediario presenterà proposte più concorrenziali rispetto a quella della compagnia mandataria. «Inoltre – aggiunge Verdone – le imprese devono predisporre strumenti informatici, una modulistica uniforme, istruire gli intermediari. Il processo gestionale rischia insomma di tradursi in ulteriori oneri, quando peraltro gli assicurati già oggi dispongono di strumenti per realizzare autonomamente più preventivi e metterli a confronto, in primis i siti delle compagnie o i portali online».
Per l'Ania ci sarebbero altri due importanti carte che il Governo potrebbe giocare per risolvere il nodo Rca: «emanare la tabella per la valutazione economica dei danni gravi alla persona prevista dall'articolo 138 del Codice delle assicurazioni ed estromettere dai risarcimenti le pseudo-lesioni lievissime che non siano provate da accertamenti diagnostici stumentali. Due misure – conclude Verdone – che porterebbero a una riduzione dei costi e dei prezzi del 20 per cento».
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