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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 15:34.

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I driver della crescita
In un simile contesto, cui si aggiungono le avvisaglie di recessione in quel di Eurolandia, quali i segmenti di business cui l'azienda punta per la crescita? Per la "globale" St tutte le divisioni sono rilevanti: dai pc fino all'home entertainment. Tuttavia, il carburante in più dovrebbe arrivare da due settori: il primo è il comparto degli analogici e dei microcontrollori, compresi i Mems (sistemi meccanici e elettrici miniaturizzati). In particolare questi ultimi già nel 2011 hanno fatto segnare quasi il raddoppio del proprio giro d'affari: le vendite hanno superato quota 600 milioni. Un trend che dovrebbe proseguire, aiutando così l'intero segmento che "coinvolge" diversi prodotti: dagli smartphone (come l'iPhone) fino ai tablet. E che, a fine dell'esercizio scorso, valeva il circa 36% dei ricavi mentre, nel 2012, potrebbe avvicinarsi al 40 per cento. Il secondo segmento, invece, è quello dell'automotive. Qui l'azienda vanta una forte presenza tanto che, nell'importantissimo mercato cinese, è il produttore leader. Non stupisce più di tanto, quindi, che i primi segnali di recupero degli ordini (oltre agli Usa) arrivino proprio dall'Asia. E, in particolare, vedano coinvolti proprio il mondo delle quattro ruote.
Certo, il mercato resta volatile è la visibilità non è di lungo periodo. Tuttavia, la stessa capacità di utilizzo delle fabbriche starebbe a indicare che il fondo, sul fronte degli ordini, è alle spalle. Nell'ultimo trimestre del 2011, val la pena ricordare, la saturazione degli impianti era attorno 60%; nell'attuale quarter, a fonte di un approccio ancora prudente, si aggira sul 75% e, secondo gli analisti, dovrebbe tornare oltre il 90% nell'ultima parte del 2012. Quel che è certo, comunque, è che già nel secondo trimestre la quota sarà ulteriormente salita.

Il fronte sui Paesi emergenti
Anche perchè, al di là del Far East e degli Usa, non mancano importanti aree in grado di spingere il business. C'è l'India; e, poi, il Brasile, in particolare con le smart card usate nella telefonia. Senza dimenticare, peraltro, l'ingresso in quel di Mosca. Sul fronte russo St ha di recente concluso un accordo con la locale Russian Corporation of nanotechnologies (Rusnano) per il trasferimento di tecnologie.
Tutte attività che, giocoforza, richiedono notevoli investimenti e grandi disponibilità. Tanto che, a fine anno, le risorse finanziarie erano di 2,3 miliardi di dollari; mentre, al netto della rettifica legata al 50% del debito di St-Ericsson, la posizione finanziaria netta è salita a 1,167 miliardi. Una cassa in crescita, utile a cogliere l'attimo di «successo» del business. In particolare, più attraverso il rafforzamento della struttura organica che con operazioni straordinarie. Una rimonta, insomma, per linee interne che, rispetto agli asset direttamente controllati da St, ha una discreta visibilità. Ma che a livello generale, a causa del wireless, nel primo trimestre 2012 dovrebbe vedere una flessione sequenziale dei ricavi tra il 4 e il 10 per cento. Con il margine operativo lordo intorno al 33% (+/- 150 punti base). Numeri non ancora positivi che, giocoforza, inducono l'azionista a guardare la cedola. Il dividend yield del titolo è di circa il 5,5 per cento. A ciascuno le sue valutazioni.

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