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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2012 alle ore 12:13.

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Bernheim rinuncia al contenzioso
L'ex-presidente di Generali Antoine Bernheim rinuncia al contenzioso avviato contro la compagnia al Tribunale di Trieste, chiedendo che gli venga prorogato il contratto di affitto dell'amatisisma casa di Venezia, di cui paga "regolarmente l'affitto". A darne l'annuncio nel corso dell'assemblea è stato il genero di Bernheim, il principe Domenico Napoleone Orsini.

L'assemblea approva il bilancio 2011
L'assemblea di Generali ha approvato il bilancio 2011 della compagnia e la distribuzione di un dividendo di 0,20 euro per azione, con una maggioranza del 99,69%, mentre i voti contrari sono stati lo 0,05% e gli astenuti lo 0,26%. Il secondo punto dell'odg, che riguarda la nomina in cda di Gabriele Galateri di Genola (lo scorso anno era stato solo cooptato in quanto la sua nomina alla presidenza era avvenuta l'8 aprile, fuori tempo massimo per l'inclusione nell'odg dell'assemblea dello scorso anno) è stato invece approvato con il 92,26% dei voti favorevoli, il 7,5% contrari e lo 0,18% astenuti. La delibera al punto 3 dell'assemblea ordinaria relativa alla politica di remunerazione è stata infine approvata con l'82,85% dei voti favorevoli, il 17,48% contrari e lo 0,057% astenuti. E' ora iniziata la parte stroardinaria dell'assemblea, che riguarda l'introduzione di limiti di età per i consiglieri e le principali cariche del gruppo e per l'introduzione delle 'quote rosa'.

Nel primo trimestre 2012 buon andamento business
Il primo trimestre conferma inoltre "il buon andamento operativo di tutti i segmenti di business, con i danni in ulteriore migliora mento, mentre prosegue il trend di flessione delle spese". Nel suo intervento davanti ai soci Perissinotto ha anche passato in rassegna la politica di investimenti della compagnia, alcuni dei quali duramente contestati da Leonardo Del Vecchio, azionista del gruppo con il 3%, in un'intervista apparsa oggi. In particolare sull'investimento in Telco, la holding che raggruppa i principali azionisti di Telecom, Perissinotto ha sottolineato che il gruppo telefonico ha ridotto il proprio debito e "i dividendi che pagherà dovrebbero essere sufficienti a consentire a Telco di far fronte agli interessi passivi" e ha spiegato che "è programmato un aumento di capitale che verrà sottoscritto proporzionalmente dai soci che hanno rinnovato il loro impegno".

Sulla partecipazione dell'1% nella banca russa Vtb, Perissinotto ha osservato che "fa parte della strategia di sviluppo nel business assicurativo. Ci lasciamo la porta aperta con la banca. Qualora un giorno le condizioni lo suggerissero, abbiamo un interlocutore che conosce bene il mercato".

Quasi nessun impatto su assicurati da svalutazioni titoli greci
I titoli di Stato greci che hanno comportato pesanti svalutazioni per le Generali nell'esercizio 2011, ha spiegato il Ceo, sono stati acquistati nel 2007 e "rientrano nell'ottica di diversificazione degli impegni". Si tratta di titoli che presentavano una cedola sopra il 4% con un rating di A3 mantenuto fino al 2010. "Molti esperti pensavano che la Ue non avrebbe permesso il fallimento di uno Stato. Abbiamo ridotto l'esposizione finché la liquidità lo ha permesso", ha spiegato Perissinotto. Le svalutazioni – ha poi detto -"non si sono riflesse quasi per nulla sugli assicurati grazie alle apposite riserve accumulate nel tempo". A proposito della joint venture in Est Europa con il gruppo Ppf del finanziere ceco Petr Kellner, Perissinotto ha sottolineato che si è trattato di "un buon investimento" che ha permesso alle Generali di arrivare a posizioni di leadership in un'area strategica, diventando il primo operatore in Repubblica Ceca, dove era al quinto posto, il terzo in Slovacchia (dal settimo), il nono in Polonia (dal tredicesimo, allargando la presenza in 12 Paesi dell'area.

La raccolta premi, che nel 2006 prima della jv era di poco più di 1 miliardo con un utile netto di circa 48 milioni, ora "è di 4 miliardi con un risultato operativo di 503 milioni" e un combined ratio all'89,5%, "la migliore di tutti i mercati in cui il gruppo opera". Il gruppo conta di far fronte all'impegno della liquidazione della quota nella jv detenuta da Kellner (che ha una put da 2,5 miliardi di euro in scadenza nel 2014) grazie alla generazione di cassa dei prossimi tre anni e a cessioni. "Senz'altro – è la puntualizzazione – intendiamo affrontare la liquidazione della quota Ppf con le nostre forze" e senza ricorrere ad aumenti di capitali. Questi ultimi sono ipotizzabili solo "in presenza di opportunità di acquisizioni di assoluto interesse", ma al momento non c'e' nulla di appetibile.

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