Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2012 alle ore 13:30.

My24
Ecco le opzioni per chi ha un conto corrente in Svizzera e vuole mantenere l'anonimatoEcco le opzioni per chi ha un conto corrente in Svizzera e vuole mantenere l'anonimato

Come funzionerà? «Se un italiano ha un conto presso una banca svizzera, sarà la banca svizzera a provvedere al calcolo delle imposte, con una ritenuta fiscale analoga al 20% che pagherebbe in Italia. A questo poi si dovrebbe aggiungere il costo dell'anonimato garantito dalla banca svizzera, che potrebbe ammontare tra il 10 e il 15%. Ecco come si arriva a un complessivo 30-35%».

L'opzione della fiduciaria per mantenere l'anonimato
Al di là di discorsi legati a sanare posizioni pregresse, chi vuole mantenenere l'anonimato può anche far ricorso a società fiduciarie che fungono da sostituto d'imposta. In questo caso si mantiene l'anonimato e si paga, tramite la fiduciaria, un'aliquota del 20% «calcolata sia sui capital gain (quindi cedole su bond o dividendi su azioni, ndr) che sui redditi di capitale (capital gain finanziari, differenza tra prezzo di vendita o di acquisto di un asset finanziario, ndr). Come se le attività finanziare fossero detenute in Italia». Al costo fiscale bisogna poi aggiungere quello della fiduciaria, che «oscilla intorno all'1 per mille».

La strada per chi non vuole l'anonimato
Diversa la posizione di chi ha un conto in Svizzera e non vuole l'anonimato: questi deve indicare direttamente nel quadro RW della dichiarazione dei redditi l'importo delle attività finanziarie. In questo caso paga l'Ivafe (imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all'estero) e il bollo sui conti correnti.

Immobili, opere d'arte e yacht
Va precisato che la riforma Rubik si riferisce ad attività finanziarie e non patrimoniali. Pertanto, stando alle indiscrezioni attuali, immobili, opere d'arte e yacht non dovrebbero rientrare nella "sanatoria".

Quanto potrebbe incassare il Fisco
Con i quattro scudi fiscali attuati dal 2001 al 2010 sono stati regolarizzati circa 200-250 miliardi di euro. Mentre con questa sorta di condono tombale potrebbero essere sanati «altri 100-150 miliardi. Ma forse anche qualcosa in più, seppur siamo nel campo di cifre spannometriche», spiega Vedana. Ciò vorrebbe dire che lo Stato italiano potrebbe incassare circa 20-30 miliardi di euro (calcolando il 20% su 100-150 miliardi).

I rischi di una fuga di capitali nei paradisi
Non è neppure da escludere, però, l'ipotesi di una fuga di capitali. «Se oggi un tedesco e un italiano hanno dei soldi in Svizzera e non vogliono pagare questa patrimoniale prevista dagli accordi, che porterebbe in un secondo il proprio patrimonio da 100 a 70-65, potrebbero decidere di spostare i capitali, prima che entri in vigore l'accordo Rubik, in uno dei Paesi dove questi accordi non sono stati al momento presi. Oltre ai motivi fiscali va considerato un altro fattore. Per quanto la via Rubik garantisca tecnicamente l'anonimato, gli accordi tra Stati potrebbero prevedere che in alcuni casi, in particolare nello svolgimento di indagini che riguardano gravi reati, l'anonimato possa anche saltare».

Tra le mete più gettonate ci sarebbero le solite Cayman, Bahamas, e compagnia bella? «Difficile essere precisi. Ma è ovvio che di paradisi fiscali nel mondo ce ne sono ancora tantissimi».

twitter.com/vitolops

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi