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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 12:19.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2012 alle ore 11:55.

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Gli indici che confermano le attuali correlazioni
Parlano gli indici. «La correlazione tra l'indice generale delle materie prime (Crb index) e l'indice globale azionario (Msci global index) risulta essere storicamente molto elevata - spiega Dario Luca Spitale, presidente e amministratore delegato di Gaa Sim -. Molto elevata risulta anche la correlazione tra il cambio euro/dollaro e l'indice globale azionario (Msci global Index). Assistiamo a una correlazione negativa tra la debolezza del dollaro americano sull'euro e l'andamento generale dei mercati azionari; in presenza di una ripresa dei corsi azionari il valore della valuta americana tende a diminuire. Si nota inoltre una correlazione negativa tra l'andamento dei mercati obbligazionari e quelli azionari; mentre la correlazione è positiva tra la valuta europea e l'andamento delle obbligazioni denominate in euro».

Quanto durerà l'attuale correlazione dominante?
Del domani, però, non v'è certezza. Per quanto tempo reggeranno questi schemi/correlazioni che oggi dominano la scena degli scambi finanziari?

«Il tema centrale che modifica le correlazione è legato al rischio. Se la fiducia persiste, soprattutto in area Euro, possono saltare molti trend che si sono osservati nell'ultimo anno legati alla ricerca di protezione dal rischio di contagio dell'Euro e dell'area Euro. Ad esempio il Dollaro potrebbe ancora indebolirsi per effetto della liquidità che la Fed continua ad alimentare con Qe3 - conclude Toschi -. Ciò è avvenuto per ora solo parzialmente perchè permane una certa resistenza a restare esposti all'euro, valuta che potrebbe catalizzare ancora elementi di rischio».

A parer di Spitale «la durata nel tempo di queste correlazioni è direttamente collegata all'incertezza presente sui mercati globali, a una stabilizzazione dei corsi e in presenza di definiti trend, le materie prime torneranno ad avere un ruolo anticipatore dei mercati azionari, i mercati obbligazionari avranno sempre più un ruolo scorrelato dai corsi azionari. Ritengo che la situazione attuale possa durare per i prossimi due anni».

In questo contesto di fondo c'è chi scommette a breve sul ritorno dell'appetito al rischio. «Ci aspettiamo un rally azionario che potrebbe partire tra qualche settimana e durare sino alla primavera del 2013 - continua Longo -. In uno scenario simile, ci attendiamo che il dollaro statunitense rimanga particolarmente debole, anche a seguito di un mantenimento di una politica monetaria espansiva della Fed. Divergenze nelle correlazioni potrebbero allora riguardare il comparto delle commodity, come il petrolio. Le prospettive di un rallentamento della crescita negli Usa potrebbero tenere le quotazioni dell'oro nero ancorate nei prossimi mesi. Inoltre il rallentamento della Cina e quello delle altre economie Bric potrebbero frenare il rialzo dei prezzi di materie prime come rame e altri metalli».

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