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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 06:43.
MILANO
Sosteneva di possedere il 3,28% di Rcs Mediagroup, di essere pronto a immettere 700 milioni di liquidità nella società e di essere a capo di un patto di sindacato con il 2,77% di Rcs insieme a personaggi dai nomi improbabili come Jorge Froemming di Porto Alegre, Bushra Alrazami di Mumbai, Paulius Broad di New York e Kushal Pal Sing di New Delhy. Sosteneva, tra le altre cose, di essere pronto ad acquistare il pacchetto del 5% di Rcs nelle mani di Edizione Holding della famiglia Benetton e di aver rilevato da Mediobanca il 2,88% del capitale della Tod's. Ma Alessandro Proto non era nulla di tutto ciò. E non era neppure un bocconiano come pure si vantava di essere. Ieri gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano lo hanno arrestato su ordine del gip Stefania Donadeo con l'accusa di aver divulgato false informazioni al mercato e di aver ostacolato l'attività di vigilanza della Consob. L'inchiesta del procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, e del sostituto Isidoro Palma, ha inchiodato Proto alle falsità dei suoi comunicati: decine di annunci, tutti inesorabilmente falsi.
Il gip elenca tutte le operazioni sbandierate da Proto tra il dicembre 2010 e il dicembre 2012: Tod's, Rcs Mediagroup, Fondiaria-Sai, Unicredit, Fiat, Mediaset, Mediobanca, Assicurazioni Generali, Gruppo Editoriale L'Espresso, Banca Monte Paschi di Siena, Il Sole 24 Ore. Operazioni al di sotto della soglia del 2% tranne quelle su Tod's e Rcs.
Il 19 dicembre 2010 Proto annuncia che un gruppo di 12 investitori, riuniti dalla società svizzera Alessandro Proto Consulting, hanno rilevato il 2,88% di Tod's in occasione del collocamento effettuato da Mediobanca. Ma per dimostrare la veridicità dell'acquisto, Proto utilizza un sistema già rodato dieci anni fa dal direttore finanziario della Parmalat, Fausto Tonna: fabbrica documenti falsi. In questo caso una lettera di Mediobanca nella quale piazzetta Cuccia riconosce di aver offerto in vendita 300mila azioni Tod's alla società di Proto. Un falso, scrive il gip.
L'operazione più importante, quella sui titoli Rcs parte invece all'inizio di aprile del 2012 e arriva fino a ottobre dello stesso anno. Lo stillicidio di falsi annunci ha la conseguenza di far impennare il titolo Rcs in borsa. Di fronte ai ripetuti inviti della Consob a chiarire meglio le presunte operazioni, Proto si trincera dietro un presunto accordo di riservatezza con gli investitori stranieri.
Il ritratto che il gip di Milano traccia di Proto è impietoso. Nulla di quanto ha comunicato al mercato è vero. Le indagini della Guardia di Finanza (che hanno intercettato Proto per due mesi) «portano univocamente a escludere che egli si occupi veramente di operazioni di trading in borsa per conto di investitori italiani o esteri. Le predette risultanze investigative restituiscono infatti l'immagine di un abile truffatore». Ecco chi è Proto per il gip di Milano: un «abile truffatore». E infatti dalle intercettazioni non risulta nessun contatto con investitori italiani o stranieri, la società londinese di Proto è una scatola vuota e negli uffici milanesi in Galleria del Corso le intercettazioni «provano in maniera inequivocabile che i dipendenti di Proto sono intenti ad allettare ingenui imprenditori con proposte di finanziamento, evocando nomi di prestigiosi istituti di credito anche stranieri, con i quali millantano rapporti di joint-venture in realtà inesistenti...ovvero evocando l'esistenza di investitori riuniti nel fondo Caronte». Ai malcapitati imprenditori veniva chiesta una cifra dai 5 ai 7mila euro per aprire una pratica (mai avviata) presso le banche. Proto, che è indagato per truffa in Svizzera, sarebbe stato pronto a fuggire. I proventi delle sue operazioni venivano infatti depositati in conti correnti in Spagna e in Svizzera.
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