Il Sole 24 Ore
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22 febbraio 2013

La parabola di Finmeccanica: trentaquattro mesi al centro delle cronache giudiziarie

di Celestina Dominelli


Trentaquattro mesi al centro delle cronache giudiziarie. Finmeccanica, colosso italiano dell'aerospazio, controllato al 30,2% dal ministero dell'Economia, è da tre anni sotto l'assedio delle procure che hanno decapitato il suo vertice e provocato un terremoto all'interno del gruppo. L'ultimo atto, il più clamoroso, è l'arresto dell'ex presidente e amministratore delegato, Giuseppe Orsi, nell'ambito dell'inchiesta, condotta dai pm di Busto Arsizio, su presunte tangenti versate nell'ambito di un contratto di fornitura all'India di 12 elicotteri Agusta Westland (di cui Orsi è stato numero uno dal novembre 2004 al maggio 2011, prima di approdare alla guida di Finmeccanica) per 51 milioni di euro.

Una lunga spirale giudiziaria cominciata tre anni fa
L'uscita di scena di Orsi, sostituito ora da Alessandro Pansa, già dg del gruppo, è solo l'epilogo di una lunga spirale giudiziaria che vede quattro procure al lavoro su Finmeccanica e che comincia nel maggio 2010. Quando, nell'inchiesta su Fastweb e Telecom Italia Sparkle (in cui le due società furono accusate di aver riciclato due miliardi di euro tramite la falsa fatturazione di servizi telefonici da aziende inesistenti), i magistrati captano alcune conversazioni in cui sono vengono tirati in ballo i vertici del gruppo. La procura di Roma smentirà il coinvolgimento di Finmeccanica ma, di lì a poco, a luglio, i carabinieri del Ros arrestano Lorenzo Cola, consulente dell'ex numero uno del colosso aerospaziale, Pier Francesco Guarguaglini, e della moglie Marina Grossi, allora ad di Selex Sistemi Integrati (controllata di Finmeccanica), con l'accusa di aver riciclato sette milioni e mezzo di euro versati dal gruppo di Mokbel - coinvolto nell'affaire Fastweb-Telecom Italia Sparkle - per l'acquisto del 51% della Digint srl.

Il faro di diverse procure sul gruppo
Ma è solo l'inizio, come detto, di una lunga telenovela giudiziaria. Altre procure accendono nel frattempo un faro su Finmeccanica. A Napoli prende le mosse l'indagine sull'associazione segreta P4 - al centro ci sono il faccendiere Luigi Bisignani, il deputato del Pdl, Alfonso Papa, e l'allora braccio destro di Tremonti, Marco Milanese - mentre la procura di Roma iscrive nel registro degli indagati, Guido Pugliesi, ad dell'Enav (l'Ente nazionale di assistenza al volo) e Marina Grossi per falso in bilancio. L'inchiesta si intreccia con quella portata avanti dai pm capitolini sulla Digint e su Mokbel e porterà agli arresti domiciliari di Pugliesi (poi scarcerato) e alle dimissioni di Grossi. A luglio 2011, invece, i riflettori si spostano su Guarguaglini, indagato per frode fiscale e false fatturazioni.

L'addio di Guarguaglini(indagato e poi prosciolto)
Il numero uno di Finmeccanica - che sarà prosciolto nel gennaio di quest'anno - lascia la poltrona pochi mesi dopo, a dicembre, e al suo posto viene nominato Giuseppe Orsi. Intanto, però, dal palazzo di giustizia di Napoli arriva un altro colpo per il gruppo con l'arresto di Pasquale Pozzessere, ex direttore commerciale, indagato per corruzione internazionale dalla procura campana - nell'ambito di un procedimento in cui è coinvolto anche Valter Lavitola, ex direttore dell'Avanti! - che ha poi trasmesso gli atti ai colleghi della capitale. A Napoli, però, restano i fascicoli sul Sitri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti progettato da Selex Se.Ma. (altra controllata di Finmeccanica) e quello sul Cen, il centro elettronico del ministero dell'Interno, che chiama in causa due dirigenti di Finmeccanica: Carlo Gualdaroni (ad di Telespazio e già numero uno di Elsag Datamat) finito agli arresti e Francesco Subbioni (ad di Electron Italia, controllata di Elsag Datamat, oggi Selex Es) .

Il terremoto provocato dall'inchiesta sugli elicotteri all'India
È però da Busto Arsizio che arrivano le conseguenze peggiori per il gruppo. L'inchiesta, che nasce dal filone napoletano, deflagra ad aprile dello scorso anno quando Giuseppe Orsi viene indagato per corruzione internazionale. All'ex numero uno i magistrati arrivano sulla base della testimonianza, resa a Napoli, da Lorenzo Borgogni, ex capo delle relazioni istituzionali di Finmeccanica e figura chiave nell'inchiesta campana, che racconta ai pm di 10 milioni di euro girati alla Lega Nord nell'ambito di un contratto di fornitura all'India di 12 elicotteri AgustaWestland. Insieme a Orsi viene indagato anche Guido Ralph Hashcke, intermediario svizzero-americano di Finmeccanica, sospettato di aver fatto da tramite per le presunte tangenti legate alla commessa indiana. Il filone lombardo è esploso qualche giorno fa con l'arresto di Orsi, i domiciliari a Bruno Spagnolini (ad di AgustaWestland) e le misure cautelari disposte per Hashcke e il suo socio Carlo Gerosa: per loro, residenti in Svizzera, è scattata la procedura di estradizione.

La prima grana per il nuovo ad Pansa
Fin qui la sequenza giudiziaria che ha modificato l'assetto del gruppo, passato ora nelle mani di Alessandro Pansa, già dg di Finmeccanica. Un esordio non facile, visto che il suo nome è finito subito sotto le luci dei riflettori per un'altra vicenda, collegata all'ex moglie del ministro dell'Economia, Lisa Lowenstein, e a una richiesta d'aiuto - emersa peraltro in alcune intercettazioni registrate dai carabinieri del Noe tra Orsi e l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi - che Pansa avrebbe formulato ai vertici di Mediobanca per ripianare i debiti dell'ex consorte di Grilli. Quest'ultimo ha ribadito la sua totale estraneità alla vicenda e Pansa - che non è indagato - non ha negato la circostanza ma è rimasto al suo posto. Secondo i carabinieri, però, le passività della Lowenstein sarebbero state sanate con consulenze da parte di società collegate a Finmeccanica. Ma il gruppo ha rigettato l'accusa facendo appello ai risultati di un internal audit che avrebbe escluso qualsiasi legame tra la società e l'ex moglie del ministro dell'Economia.

Le new entry dopo la bufera giudiziaria
Pansa, come detto, non si è dimesso e ha promosso un riassetto del gruppo dopo la bufera giudiziaria sostituendo i tre ad azzoppati dalle inchieste: Daniele Romiti è andato a sostituire Spagnolini ai vertici di Agusta; a Telespazio è arrivato Luigi Pasquali in sostituzione di Carlo Gualdaroni; Alessandro Franzoni è stato destinato a Wass al posto di Renzo Lunardi. L'ultimo cda ha poi deciso l'ampliamento dei componenti dell'organismo di vigilanza fino a un massimo di cinque con la nomina di Enrico Laghi (presidente), Angelo Piazza e Angelo Carmona, in sostituzione dei dimissionari Giuseppe Grechi e Manuela Romei Pasetti, voluti da Orsi ed entrambi travolti dall'inchiesta di Busto Arsizio. Insieme ai nuovi nomi, è inoltre arrivato il rinvio dell'approvazione del bilancio - il board era fissato per il 12 marzo - ad aprile, mentre l'assemblea (che si sarebbe dovuta svolgere a metà maggio) dovrebbe essere spostata alla fine di giugno.

I dossier ancora aperti
Sul tavolo del nuovo ad restano però aperti alcuni dossier. Innanzitutto, il piano di cessioni deciso dal suo predecessore che, a novembre 2011, aveva annunciato la volontà di dismettere gli asset civili del gruppo entro la fine dell'esercizio 2012 per un controvalore pari a 1 miliardo di euro. Così non è andata, però. Fatta eccezione per il dossier Avio - le cui attività aeronautiche sono state vendute a General Electric per 260 milioni di euro - restano in alto mare gli altri tasselli, inclusa la vendita di Ansaldo Energia, l'azienda genovese che produce turbine. Finmeccanica ha ricevuto le offerte dei competitor in corsa, ma i tempi per la chiusura dell'operazione non saranno brevi. C'è poi da risolvere il capitolo AnsaldoBreda, le cui perdite si trascinano da anni senza una soluzione efficace. Il colosso aerospaziale dovrà fronteggiare inoltre il problema della SuperSelex, la scatola creata per eliminare le sovrapposizioni tra le molte società dell'elettronica e dell'avionica in Italia e in Europa. I vertici della nuova holding (Selex Es) sono chiamati a indicare quali siti industriali saranno chiusi e quanti saranno gli esuberi (stime sindacali parlano di 3mila eccedenze, smentite però dal gruppo). E, accanto a Selex Es, c'è anche Alenia Aermacchi, altro tassello della galassia Finmeccanica, alle prese con un piano di ristrutturazione dall'esito non scontato.

Il futuro del gruppo e le insidie straniere
A tutto questo si aggiunge, infine, il nodo del futuro del gruppo e le insidie legate alle inchieste. L'India - che ha inviato in Italia un team di investigatori per seguire la vicenda AgustaWestland - ha già annunciato di voler disdire il contratto per l'acquisto dei 12 elicotteri finiti nel mirino della procura di Busto Arsizio. Ma il rischio è che altri governi possano congelare i rapporti con il colosso aerospaziale in attesa degli sviluppi giudiziari. Senza contare che una Finmeccanica più debole potrebbe diventare facile preda degli appetiti stranieri. Sulla carta il gruppo - che conta 70.474 dipendenti (il 57,1% dei quali lavora in Italia) e un fatturato netto pari a 17,3 miliardi (dati 2011) - è "blindato" grazie alla golden share, ma il suo know how e le commesse conquistate a segno in diversi angoli del pianeta continuano a far gola a molti. Decisi ad approfittare delle difficoltà del gruppo per guadagnare nuovi spazi.


22 febbraio 2013