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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2013 alle ore 08:25.
ROMA - Una prima, pesante revisione al ribasso per i target 2013 era arrivata a fine gennaio, un mese e mezzo dopo il ciclone giudiziario, per una presunta corruzione su alcuni contratti stipulati in Algeria, che aveva falcidiato i vertici della società. Ora, però, Saipem è costretta a rivedere nuovamente quella stima (l'Ebit 2013 era atteso a circa 750 milioni di euro) e ha annunciato ieri, a Borsa chiusa, un ulteriore taglio compreso tra 650 e 750 milioni di euro, con una perdita sul risultato netto tra 300 e 350 milioni di euro.
La causa di questo nuovo profit warning, lo dice chiaramente la nota diffusa dalla società e lo conferma l'ad Umberto Vergine davanti agli analisti, «è il drammatico deterioramento delle relazioni con Sonatrach in Algeria», che pesa per il 50% sulla revisione di ieri. A queste si affiancano, poi, le criticità, emerse dopo la nomina di un nuovo regional manager Engineering & Construction, su due contratti a terra in fase avanzata di esecuzione in Messico e Canada, nonché alcune problematiche nell'E&C Offshore, collegate alla minore produttività del nuovo mezzo navale posatubi Castorone e ai costi addizionali nella costruzione di un nuovo mezzo.
I problemi principali, però, risultano legati all'Algeria e agli strascichi dell'inchiesta giudiziaria. «La nostra attività - spiega Vergine - è stata impattata da una inaspettata escalation delle indagini in quel Paese con conseguente ricaduta molto forte e negativa a livello commerciale». Tradotto: rottura delle negoziazioni in corso da parte di Sonatrach che, si legge nella nota di ieri, «ha nelle ultime settimane formalizzato iniziative per ottenere anche le penali contrattuali per i ritardi». Penali che, dice Vergine agli analisti, «non è possibile ora quantificare visto che sono oggetto di arbitrato» e che riguarderebbero i progetti MLE Plant, GK3 pipeline e Arzew LNG (tutti impianti completati o in corso di completamento). Con un impatto negativo sull'Ebit pari a 300-350 milioni di euro. Nessun ritardo nei pagamenti, invece, per le fatture emesse nel 2013 per attività eseguite sui progetti in corso.
La situazione in Algeria è dunque caldissima, ma Saipem non vuole lasciare il Paese e punta a «ripristinare positive relazioni con Sonatrach», insiste Vergine. Quanto ai contratti in Messico e Canada - dove è stato sospeso il dirigente responsabile - il gruppo lavora a dei correttivi. E prevede «un forte recupero della profittabilità nel 2014 e negli anni successivi».
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