
E' arrivata a conclusione l'inchiesta della Procura di Siena sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Banca Mps: gli indagati sono nove, oltre alle società Jp Morgan e banca Mps. Reati finanziari, nessuna tangente e nessun profitto personale nell'operazione Antonveneta: è la prima somma che si può tirare dopo oltre 20 mesi di indagini coordinate dal procuratore capo Tito Salerno e condotte dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, con il sostegno operativo del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza di Roma guidato dal generale Giuseppe Bottillo.
I rilievi penali mossi dalla procura toscana riguardano il reperimento dei mezzi che servirono a finanziare l'acquisto di banca Antonveneta da parte di Mps mentre l'operazione in sé, nonostante la corposa plusvalenza realizzata in poco tempo dal Banco de Santander avesse attirato l'attenzione degli inquirenti e dei media, non è risultata viziata "da nessuna fattispecie penalmente rilevante", come ha spiegato ai giornalisti il pm Antonino Nastasi.
"Di tangente ne avete parlato solo voi. Noi ci siamo concentrati solo sui fatti, non sulle chiacchiere", ha aggiunto il pm.
Oggi la Procura ha notificato gli avvisi di conclusione indagini a nove persone: l'ex presidente Giuseppe Mussari, l'ex Dg Antonio Vigni, gli ex top manager Daniele Pirondini (Cfo), Marco Morelli (Cfo), Giovanni Raffaele Rizzi (capo area legale), Fabrizio Rossi (vice direttore generale), gli allora componenti del collegio sindacale Tommaso Di Tanno (presidente), Pietro Fabretti e Leonardo Pizzichi. Indagate anche come persone giuridiche Mps e Jp Morgan per presunti illeciti amministrativi ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese.
JP Morgan in una nota di commento ha detto di ritenere che la banca e i suoi dipendenti "abbiano agito in modo del tutto corretto e appropriato", affermando che si difenderà "con forza".
L'attenzione degli inquirenti si è concentrata soprattutto sul cosiddetto Fresh: conteggiato alla stregua del capitale, era necessario per superare i requisiti patrimoniali minimi per ottenere - come avvenne - dalla Banca d'Italia l'autorizzazione all'acquisto di Antonveneta. Ma se quello strumento, anziché capitale fosse stato debito - in virtù dell'indemnity nascosta a Bankitalia, secondo l'accusa - la banca senese non avrebbe avuto capitale sufficiente a sostenere quella operazione, con un core Tier1 al 7,8% anziché al 9,1%.
Il generale del nucleo valutario della Gdf Giuseppe Bottillo ha spiegato che nel corso delle indagini sono state trovate più indemnity nascoste alla Banca d'Italia.
"Due indemnity del 15 aprile 2008 rilasciate da banca Mps a Jp Morgan e una del 10 marzo 2009 a Bank of New York, oltre a un addendum contrattuale del primo ottobre 2008 fra Mps e Jp Morgan", ricostruisce Bottillo.
Al contrario di JP Morgan, Bank of New York non figura nell'elenco degli indagati perché, ha spiegato Nastasi "non avendo Bony nessuna partecipazione rilevante" nel capitale di banca Mps "non aveva alcun obbligo di comunicazione".
A carico di Mussari e Vigni, in particolare, i Pm ipotizzano i reati di concorso in manipolazione del mercato perché "partecipavano e contribuivano alla predisposizione della complessa operazione finanziaria denominata Fresh 2008, diffondendo al mercato notizie false idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell'azione BMps ordinaria". L'ex numero uno della banca e Vigni sono indagati anche per concorso in ostacolo alle funzioni dell'autorità di vigilanza, falso in prospetto, false comunicazioni sociali in relazioni al bilancio 2008. Mussari è anche indagato per insider trading perché "essendo in possesso di informazioni privilegiate e, in particolare, di informazioni relative all'avvenuta stipula dell'accordo con Banco Santander per l'acquisizione di banca Antonveneta comunicava, al di fuori del normale esercizio della professione, a Enrico Bombieri, responsabile dell'investment banking di JP Morgan per l'Europa, Africa e Medio oriente, che banca Mps aveva concluso l'operazione di acquisto di Banca Antonveneta".
La procura contesta a Mussari il reato di insider trading per aver rivelato quelle stesse informazioni anche all'allora sindaco di Siena Maurizio Cenni e all'allora presidente della provincia di Siena Fabio Ceccherini. Linea contestata dai legali dell'ex presidente di banca Mps che, in una nota, affermano che "nessuna delle contestazioni formulate nei confronti del nostro assistito, nemmeno quella relativa all'asserito abuso di informazioni privilegiate, ipotizza una strumentalizzazione a fini di profitto, personale o altrui, dei poteri discendenti dalla carica di presidente di Banca Mps".
Le prossime tappe della vicenda saranno serrate: i pm hanno preso il provvedimento di chiusura delle indagini in via d'urgenza, per evitare che alcuni reati andassero in prescrizione prima dell'avvio del dibattimento. Si lavorerà anche durante l'estate ed è quindi probabile che già verso la fine del mese di agosto arrivino le richieste di rinvio a giudizio.
AGGIORNAMENTO
È stata disposta l'archiviazione del procedimento contro il prof. Tommaso Di Tanno, ex presidente del collegio sindacale di Mps.Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura di Roma, e quindi la tesi degli avvocati Luigi Arturo Bianchi e Oliviero de Carolis, secondo i quali ai sindaci venne semplicemente (e dolosamente) nascosta una parte decisiva della documentazione dell'operazione Fresh con cui Mps finanziò l'acquisizione di Antonveneta
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