Lo stesso succede in India. A febbraio un errore software dell'azienda di brokeraggio Religar Capital Market nella borsa di Mumbai ha fatto perdere il 10% alle azioni di Tata Motors. La cronologia di errori software si fa intensa. Ad aprile un blackout informatico ha ritardato l'apertura del trading di CBOE di tre ore, per un danno stimato in 700 mila dollari. A febbraio 2012 un problema in un programma di trading ha inondato il mercato delle opzioni americane con 30mila ordini inviati per errore.

L'errore umano
Su tutto, per il livello di danni causati, spicca il problema nel software di Knight Capital, che come in un raptus ha causato migliaia acquisti incontrollati fino a creare un portafoglio da 7 miliardi di dollari. Sembra che l'origine sia in un vecchio software di trading che è stato riattivato per errore. Di conseguenza l'azienda è stata venduta alla rivale Getco per 1,4 miliardi, per evitare la bancarotta (dalla fusione ne è risultata la KCG Holding).

Errori informatici hanno ritardato lo sbarco in borsa di Facebook e causato un'iniziale confusione negli ordini, tanto che a maggio la Sec ha multato di 10 milioni di dollari il Nasdaq (è la più alta multa mai emessa contro un gruppo borsistico). A marzo comunque Nasdaq aveva avviato un piano da 62 milioni di dollari in contanti per compensare coloro che hanno subito danni per i problemi tecnici del trading.
La stessa Goldman l'anno scorso ha accettato di pagare una multa di 6,75 milioni di dollari per errori causati in sei anni su otto opzioni, sempre a causa di difetti del suo sistema informatico che gestisce gli ordini.

La memoria torna poi al "Flash Crash" del 2010 quando per errori informatici il Dow Jones ha subito oscillazioni di 600 punti, con alcune aziende che perdevano virtualmente il 99 per cento del proprio valore in pochi minuti, mentre quello di altre saliva alle stelle.

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