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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2013 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 08 dicembre 2013 alle ore 17:46.

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Come valuta le prospettive d'inflazione nell'Eurozona e in Germania?
Mi aspetto che l'inflazione tedesca sia un po' più alta della media dell'area euro. Questo è legato alle diverse posizioni nel ciclo economico - con la Germania che sta operando quasi al massimo dell'utilizzazione della capacità produttiva - e contribuisce così a ribilanciare l'area euro.

Quindi la Bce non ha bisogno di fare nient'altro?
Il consiglio ha già anticipato le prospettive di inflazione più bassa e ha agito in novembre. Abbiamo ridotto i tassi d'interesse a un livello storicamente basso ed esteso la nostra politica di liquidità illimitata fino a metà 2015. Queste sono solo le ultime di una serie di misure che abbiamo preso per far fronte alla crisi. Ciò dimostra che siamo pronti ad agire se necessario.

Vi state avvicinando alla soglia dei tassi a 0. State finendo le opzioni, a parte un ultimo taglio dei tassi?
Non voglio speculare sulle future decisioni di politica monetaria. Ma stia sicuro che abbiamo ancora strumenti a nostra disposizione. Siamo pronti e in grado di agire. Ma è anche vero che alcune di queste misure portano con sé effetti collaterali indesiderati che vanno soppesati dal consiglio. Inoltre, l'evoluzione dei prezzi in alcuni Paesi dell'area euro è determinata dagli inevitabili processi di aggiustamento per riguadagnare competitività. Questo non deve essere confuso con la deflazione.

Diversi suoi colleghi nel consiglio hanno menzionato la possibilità che la Bce acquisti attività finanziarie o porti il tasso sui depositi delle banche presso la banca centrale in territorio negativo. Quali sono i pro e i contro di queste misure?
Ancora una volta, non voglio speculare sulle decisioni future. Per quanto riguarda l'acquisto di debito pubblico, il Trattato europeo impone limiti alla politica monetaria data la proibizione di finanziamento monetario. A parte queste preoccupazioni legali, gli acquisti di titoli pubblici emessi da Paesi a basso rating, anche se parte di un paniere, implicherebbero una ridistribuzione del rischio sovrano all'interno dell'Eurosistema e in ultima analisi fra contribuenti. Queste decisioni non dovrebbero essere prese dal consiglio Bce, ma dai Governi o dai Parlamenti dei Paesi membri, che hanno la legittimazione a farlo. I tassi negativi sui depositi delle banche sono uno dei nostri strumenti. Siamo tecnicamente pronti. Ma le esperienze pratiche non sono univoche. Le banche potrebbero ripassare il costo addizionale sui clienti attraverso tassi più alti sui prestiti. In questo caso, si otterrebbe l'opposto di quel che si voleva inizialmente.

Con l'analisi economica, la Bce ha un secondo pilastro, l'analisi monetaria, anch'essa eredità Bundesbank. I dati mostrano chiaramente che la moneta sta crescendo troppo lentamente e il credito alle imprese si contrae.
Lei ha ragione: l'analisi monetaria rafforza la nostra visione di pressioni inflazionistiche moderate. La debole crescita del credito, però, è dovuta in larga parte a fattori al di là del nostro controllo. Per esempio, la scarsa domanda di credito è dovuta alla necessità di ridurre la leva finanziaria di settori privati altamente indebitati e alla debole situazione macroeconomica. L'offerta di credito, d'altro canto, è limitata principalmente dalla debolezza dei bilanci delle banche e dagli alti rischi di credito.

Il credito scarseggia soprattutto nei Paesi periferici e in particolare per le piccole e medie imprese. Non sarebbe un motivo per porsi un obiettivo di credito alle Pmi, per esempio con una fornitura di liquidità mirata, sulla linea dello schema Funding for Lending del Regno Unito?
Il maggiore impedimento al credito certamente non è la liquidità, ma i fattori che ho appena citato. Questo vale per i prestiti alle Pmi ma anche per gli altri crediti. Non è stato perciò una sorpresa che molta della liquidità che abbiamo fornito attraverso le operazioni a lungo termine non sia stata indirizzata all'economia reale. Molte banche invece l'hanno usata per comprare titoli di Stato, soprattutto in Italia e in Spagna. Perché la fornitura di liquidità sia più efficace nel senso che Lei indica, dobbiamo prevenire questi effetti collaterali indesiderati. Comunque, in linea di principio non dovremmo cercare un fine-tuning delle decisioni delle banche oltre questo punto. Non dimentichiamo che il trattamento regolamentare attuale dell'esposizione delle banche al debito sovrano crea uno svantaggio per il credito alle imprese rispetto a quello ai governi. Abolire tali privilegi avrebbe effetti positivi sull'offerta di credito al settore privato.

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