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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2013 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 08 dicembre 2013 alle ore 17:46.
Il tasso di cambio non è un obiettivo della Bce. Tuttavia, la forza dell'euro aggrava la disinflazione.
Il cambio è uno dei fattori che entrano nelle nostre previsioni di inflazione, quindi il suo impatto sui prezzi nell'area euro è già tenuto in considerazione.
Molti economisti attribuiscono lo stato attuale dell'economia dell'Eurozona, almeno in parte, a troppa austerità. C'è un rischio che la "fatica da austerità" nei Paesi periferici vada a scontrarsi, anche in termini sociali, con la "fatica da salvataggi" dei Paesi del cuore dell'unione monetaria, rendendo l'attuale percorso dell'Eurozona politicamente insostenibile?
Sia l'Eurosistema sia gli analisti prevedono una ripresa graduale dell'area euro e non una recessione prolungata. Per quanto riguarda la sostenibilità politica, dubito che un aggiustamento più lento sia più digeribile di uno più corto, ma più netto. Un aggiustamento più breve ti consente di vedere la luce alla fine del tunnel più rapidamente. Alla fine, la strada da prendere deve essere decisa a livello politico, dai Paesi stessi e dai loro partner. Perché nei Paesi che hanno un programma di aiuti, più si allunga l'aggiustamento e più fondi dai meccanismi di salvataggio saranno necessari.
L'Italia è stata sempre identificata come il Paese con il più alto potenziale di creare rischi sistemici all'eurozona. Come valuta la situazione italiana?
Perché l'area euro sia forte, l'Italia, che è la sua terza economia, deve essere forte. Ma per essere un pilastro di stabilità, l'Italia deve confrontare le sue sfide economiche. Per inciso, questo è vero non solo dell'Italia, ma anche della Germania, per esempio, dove siamo di fronte a un onere demografico crescente. L'Italia ha avviato alcune riforme importanti. In base alla nostra stima, l'economia uscirà dalla recessione entro fine anno. Sono fiducioso che con le giuste misure addizionali, in particolare per riformare il settore pubblico, compreso il sistema giudiziario, migliorare la flessibilità del mercato del lavoro e aumentare la concorrenza nel mercato dei prodotti, l'Italia può superare l'attuale crisi e raggiungere un percorso di crescita sostenibile.
Un anno fa, Lei ha criticato pubblicamente il piano Omt. Eppure, senza essere usato, questo ha contribuito a stabilizzare i mercati e rimuovere il rischio estremo di rottura dell'Eurozona. Ha cambiato parere?
Non è sorprendente che l'Omt abbia contribuito a calmare i mercati in quanto l'Eurosistema ovviamente ha la capacità di influenzarli. Tuttavia, il mercato non può essere il nostro solo metro di giudizio. Un annuncio di mutualizzazione del debito pubblico attraverso eurobond avrebbe anch'esso portato un calo degli spread. Il che non vuol dire che sia un'idea sensata. Per mantenere l'area euro come unione di stabilità, responsabilità e controllo devono essere bilanciati. La discussione sull'Omt riguardava, in fondo, i limiti del mandato della politica monetaria e la credibilità della condizionalità imposta. Se non siamo in grado di far rispettare questa condizionalità, rischiamo di finire prigionieri della politica fiscale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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