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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 alle ore 06:41.

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Dopo Atene (+12,5%), Piazza Affari (+7,5%) è la Borsa che da inizio anno ha fatto meglio tra i principali listini del mondo. Mentre all'S&P500 è bastato un risicato +0,5% per aggiornare i record di tutti i tempi. Sono invece un po' in affanno i listini asiatici (Cina -9% e Tokyo -8%). Questo il quadro generale dei primi due mesi dell'anno. Ma come andrà il resto del 2014? Le Borse continueranno a cavalcare il "fattore Toro"? Secondo lo Schroders global investment trends report 2014 la risposta è si. Il documento – che è basato su un campione di 15.749 investitori in 23 Paesi, di cui 1.000 intervistati in Italia – indica ottimismo generale crescente per gli investimenti (l'82% pensa di aumentare o lasciare invariata la quota destinata a investimenti e risparmi nel 2014) con il mercato azionario al primo posto (il 70% è intenzionato a investire in azioni, il 18% sul reddito fisso e l'8% sulla liquidità). Cresce l'interesse per le economie sviluppate. Quest'anno infatti il 31% punta sull'America settentrionale (Stati Uniti e Canada) – rispetto al 18% nel 2013 – e il 27% sull'Europa occidentale - rispetto al 10% nel 2013. Con il 39% delle preferenze, l'area asiatica del Pacifico mantiene tuttavia il primato come regione dalla quale ci si aspetta il maggior potenziale di rendimento nel corso dell'anno. I dati generali non devono confondere. Bisogna scegliere con attenzione i cavalli su cui puntare. «Nel 2014 questo trend di maggiore propensione verso l'azionario deve tuttavia affrontare alcune sfide» spiega Massimo Tosato, executive vice chairman di Schroders aggiungendo che «nonostante notizie positive in alcuni Paesi, la crescita del Pil globale resta inferiore alle attese, se comparata ai tassi di ripresa all'indomani delle precedenti recessioni. La crescita non sarà uniforme in tutti i settori, economie e regioni. Questo per la significativa debolezza che permane in alcuni Paesi dell'Eurozona, così come nei mercati emergenti, dove l'uscita dal quantitative easing sta fortemente pesando sui listini azionari». Dal versante italiano le sensazioni sul 2014 sono simili, ma con qualche differenza. La maggioranza degli investitori (67%) ritiene che il mercato azionario sarà in grado di offrire le migliori opportunità di crescita per il 2014. Ma c'è una visione più globale (il 21% degli italiani intende puntare su titoli azionari del proprio Paese contro una media registrata dagli altri 22 Paesi interpellati del 41%). E poi è forte anche la fetta di coloro che punterà sul reddito fisso (34%), quasi il doppio della media globale (18%). Pensando alle proprie priorità finanziarie per il 2014, oltre la metà (54%) degli intervistati italiani prevede di destinare il reddito disponibile a investimenti (a fronte di una media del 48%). Circa il 26% intende invece depositare tali somme in conti di risparmio, mentre il 6% preferisce concentrarsi sull'estinzione di debiti.
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