L'amministratore delegato Carlo Cimbri (Fotogramma)

Su poco più di 1 miliardo di utile civilistico verranno dati ai soci complessivamente 550 milioni, circa 0,196 euro per ogni ordinaria UnipolSai. È una distribuzione sostenibile?
Quando abbiamo chiesto al mercato di investire nell'aumento di capitale per realizzare il nostro progetto industriale, abbiamo promesso di remunerare il capitale indicando un pay out compreso tra il 60 e il 80%. Oggi siamo al 54% e per quanto rotondo, questo dividendo è compatibile e premia gli azionisti che hanno voluto assumersi il rischio di questa operazione. Sottolineo, tra l'altro, che più di metà di questa cedola proviene dal risultato della vecchia Unipol Assicurazioni.

I target raggiunti sono la base per rivedere il piano?
Questi numeri non sono automaticamente replicabili, non sono la base da cui far partire un'altra crescita. Piuttosto sono lo strumento per lavorare con serenità al consolidamento di quanto fatto.

Restano certo dei nodi da sciogliere. A che punto siete nella gestione dell'immobiliare?
Anche qui stiamo lavorando a una profonda ristrutturazione, sia del portafoglio immobiliare che dell'operatività delle controllate. Abbiamo dovuto fare una pulizia profonda in Sai Agricola, in Atahotels, in Marina di Loano. Nel 2014 credo che la performance del settore migliorerà.

E la banca? Di quanto sarà l'aumento di capitale?
Abbiamo colto l'occasione dei buoni risultati a livello di gruppo per rafforzare l'istituto. Complessivamente abbiamo messo in piedi un'operazione da 700 milioni di cui 526 milioni come accantonamenti sui crediti deteriorati (3,4 miliardi, ndr), e 170 milioni per l'azzeramento del residuo degli avviamenti. Questo ha portato il tasso di copertura delle sofferenze al 50% e quello dei crediti deteriorati al 37%. Faremo anche un aumento di capitale da 100 milioni per riportare il Core Tier 1 sopra l'8%.

Cambiando prospettiva, è possibile che Ugf venda quote UnipolSai? No, assolutamente non è in programma.

Ma UnipolSai non dovrebbe puntare a un flottante più importante? È un risultato che si potrebbe raggiungere con la conversione delle azioni risparmio in ordinarie. Rivedere la struttura del capitale può valere fino a 1 miliardo. È per questo che, se ci saranno le condizioni, nei prossimi mesi lavoreremo per semplificare la categoria di azioni.

Considera chiuso il "dibattito" con l'Antitrust dopo l'accordo con Allianz?
Sì, perché con questa cessione siamo scesi, nel ramo danni, a una quota di mercato a livello nazionale del 25,5% e anche a livello di province riteniamo di essere sostanzialmente rientrati sotto la soglia del 30%. Se non sarà così, sarà per qualche quota marginale e in tal caso valuteremo il da farsi. In ogni caso, reputo inusitata la prescrizione dell'Antitrust sulle province.

Vi resta un'ultima condizione imposta dall'Antitrust da soddisfare: cedere i subordinati Mediobanca.
Dobbiamo ridurre l'esposizione di 350 milioni entro l'anno, sicuramente lo faremo e probabilmente in modo ancora più significativo.

Del portafoglio partecipazioni ex FonSai residua solo Rcs. Come gestirete la quota?
Rcs è un piccolo investimento, considero chiuso il capitolo dismissioni. Tutto verrà gestito in un'ottica finanziaria, ossia con l'obiettivo di trarre il maggior valore possibile dall'investimento.

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