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Indesit non è più italiana: agli americani di Whirlpool il…

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agli americani il 60,4% del capitale

Indesit non è più italiana: agli americani di Whirlpool il controllo per 758 milioni

Sarà matrimonio tra Whirlpool e Indesit. Dopo un anno e mezzo di indiscrezioni e sette mesi di ricerca e di "fidanzamento", arriva dunque il nome del cavaliere bianco. Gli americani si comprano il big italiano degli elettrodomestici. Esce di scena la famiglia Merloni che ha fondato l'azienda e per più di mezzo secolo l'ha guidata facendola diventare uno dei colossi europei.

Tutti i membri della numerosa famiglia di Fabriano vendono: vende la cassaforte Fineldo, che racchiude il patriarca Vittorio Merloni e i suoi quattro figli; vende la famiglia Merloni direttamente (la quota del 13% di Ester Merloni, sorella di Vittorio, che detiene anche un pacchetto di azioni fuori da Fineldo); vende anche la famiglia di Francesco Merloni, il fratello di Vittorio e patron della Ariston Thermo (azionista con un 4,4%).

Gli americani compreranno il 60% dell'azienda, corrispondente a un 66% di diritti di voto. E poi lanceranno un'Opa sul flottante. Il prezzo sarà di 11 euro per azione: l'acquisizione del controllo, precisa una nota della società, è soggetta alle approvazioni legali e a
quelle dell'Antitrust ed è atteso in chiusura per la fine dell'anno; in totale il valore dell'operazione è stimato in 1,038 miliardi di dollari, corrispondenti a 758 milioni di euro. Ancora ieri il titolo galleggiava attorno a 10,5 euro. Stamattina Indesit è subito schizzata in Borsa: intorno alle 10 segna un prezzo di 10,8 euro e si sta rapidamente allineando al prezzo di offerta. Delusione sul mercato che si aspettava un'offerta più consistente.

Un altro pezzo di storia industriale italiane finisce in mani estere. Non è una sorpresa perché il riassetto si stava delineando da tempo. E da ancora più tempo erano sorte fratture all'interno del ramo di Vittorio: i quattro fratelli, i due gemelli Andrea e Aristide, e le due sorelle Maria Paola e Antonella si erano spaccati a metà sul destino del gruppo. Chi voleva una vendita in blocco, chi voleva cercare altre soluzioni. Nel braccio di ferro, Andrea, l'erede designato alla guida dal padre Vittorio uscito di scena per una grave malattia, aveva dovuto fare un passo indietro. Le redini della famiglia sono passate nelle mani del fratello gemello Aristide.

Ritrovata una pax interna, a inizio anno la famiglia aveva incaricato la banca d'affari Goldman Sachs di trovare un partner. Per mesi sono circolate indiscrezioni su sette possibili pretendenti, poi scesi a cinque e infine a tre. In gara erano rimasti gli americani, i cinesi di Sichuan e la svedese Electrolux. I cinesi sarebbero stati il compratore più generoso (fino a 17 euro per azione), visto che avrebbero pagato un premio più consistente per entrare in un mercato dove è totalmente assente. Ma il candidato più accreditato era da tempo Whirlpool, con cui peraltro c'era stato un primo contatto dieci anni fa: dopo aver incontrato sindacati e politici della Regione Marche sembrava quello in grado di fornire le maggiori garanzie occupazionali.

La Borsa però che sperava in un'Opa ricca rimane con un palmo di mano: negli ultimi mesi fioccavano report in cui le case d'affari stimavano in almeno 12 euro la valutazione minima in caso di Opa 8 (e 17 la massima). L'annuncio di oggi vale l'11% in meno delle attese sul prezzo minimo della forchetta.

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