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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 08:13.

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LA TEMPISTICA

Il vertice vuole completare

la riorganizzazione entro

il 2015 con circa tre anni

di anticipo rispetto

al programma originario

Enel si prepara a semplificare la catena di controllo delle partecipazioni in Sudamerica. Il primo anello da cui partire è in Cile, dove la società guidata da Francesco Starace - dopo il recente riassetto - controlla direttamente il 62% di Enersis la quale a sua volta controlla al 59,9%Endesa Chile. Entrambe le società sono quotate e hanno gli stessi azionisti di minoranza, i maggiori fondi pensione cileni. Queste due società si spartiscono il controllo, diretto e indiretto, di tutte le partecipazioni di Enel in Sudamerica. Un vero e proprio labirinto di società a controllo incrociato in Cile, Perù, Brasile, Colombia e Argentina dove il gruppo italiano è presente sia nella generazione che nella distribuzione di enegia. Starace è partito proprio dagli azionisti di minoranza, in fondi pensione cileni. Nei mesi scorsi li ha incontrati almeno due o tre volte (per la prima volta, in passato nessuno li aveva coinvolti in un processo simile) e ha condiviso con loro la necessità di mettere mano a una struttura societaria vetusta, che aveva un senso quando è stata pensata: e cioè proteggere gli azionisti di controllo dal rischio degli investimenti nei paesi sudamericani, dove 15 anni fa era sicuramente meno certo il ritorno degli investimenti. Oggi lo scenario è cambiato. Un simile assetto proprietario annacqua il ritorno degli investimenti: a fronte di 100 euro di investimenti, il rendimento si ferma al 30-35 per cento. Enel ora vuole allineare quel ritorno all’entità della partecipazione di controllo in Enersis, ovvero al 60 per cento. Il riassetto in Sudamerica costituirà uno dei perni del nuovo piano industriale che sarà presentato a marzo e avrà un ingrediente del tutto nuovo rispetto a quanto ipotizzato in passato: la velocità di esecuzione. Quella stessa rapidità di azione che Starace ha preteso dai suoi manager per lo scorporo di Enersis da Endesa e per la successiva Opv sulla società spagnola, ora verrà replicata per la semplificazione societria dell’universo di partecipazioni che fa capo a Enersis. Starace intende portare a compimento entro il 2015 un processo che il suo predecessore immaginava all’interno di un piano pluriennale di cinque anni. Il diverso approccio con gli azionisti di minoranza e la condivisione degli obiettivi consentirà al nuovo management di Enel di esplorare strade diverse e meno onerose rispetto al riacquisto delle minoranze. L’accorciamento della catena tra Enersis e Endesa Chile non passerà necessariamente attraverso un delisting. Si potrebbe prendere in considerazione uno scambio di partecipazioni con società poste sotto il controllo di Endesa Chile, ad esempio. Una volta messo a posto questo tassello, si passerebbe a mettere ordine nelle controllate di Enersis, a partire da Chilectra (controllata quasi al 100% da Enersis), e di Endesa, come Edegel, le cui partecipazioni controllano le attività brasiliane. Un’operazione alla volta, cominciando a districare la matassa dal Cile per poi svolgere il filo fino a a tutti gli altri paesi dove il gruppo è presente in Sudamerica. Enel valuta di portare a compimento l’operazione attraverso swap azionari, fusioni e riacquisto di minoranze. L’esborso, a riassetto completato, potrà essere sensibilmente inferiore ai 4/5 miliardi messi in conto dalla gestione di Fulvio Conti nell’arco di piano 2014/2018.

Nel frattempo un altro pezzo del puzzle latino-americano è stato messo a posto ieri. Enel Green Power ha annunciato l’uscita da El Salvador dove l’investimento in La Geo, in joint venture con una società controllata dallo Stato, era rimasto impigliato per anni in un contenzioso con le autorità locali, nonostante il gruppo Enel avesse trovato riconoscimento delle sue ragioni nell’arbitrato. Alla fine i due partner hanno trovato un accordo per una via d’uscita consensuale dell’impasse, che coincide con l’uscita di Enel da quel paese. Il partner di Egp in La Geo, Inversiones Energética Sa cui fa capo il 63,8% della jv, ha rilevato la partecipazione in mano al gruppo italiano per un controvalore di 224 milioni di euro. Per Enel si tratta di un’altra cessione che porta il monte-dismissioni 2014 a quota a 3,724 miliardi. Entro fine anno Egp dovrebbe cedere anche le partecipazioni in Francia e quote di minoranza di asset negli Usa, portando a questo punto le stime di incasso oltre 4 miliardi.

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Il riassetto delle controllate sudamericane

ENEL

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