Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 08:13.

My24

Sono giorni decisivi per il destino di due delle tre ex genco Enel. Se Edipower è infatti stabilmente sotto l’orbita di A2A, giovedì prossimo si terrà a Roma un vertice forse decisivo per la centrale a carbone di Vado Ligure e sempre nei prossimi giorni è attesa una stretta, da parte di E.On, sulla cessione della ex Endesa Italia. Proprio su quest’ultimo dossier la partita si annuncia calda, non priva di risvolti di carattere geopolitico, e potenzialmente aperta a diverse soluzioni. Da una parte, infatti, la casa madre tedesca ha avviato una procedura di vendita che ha originato alcune offerte (poche vincolanti) per gli asset di E.On Italia; dall’altra parte c’è una proposta non vincolante , mista cash-azioni (per una valorizzazione complessiva attorno a 2 miliardi di euro), da parte di Edison per una fusione che darebbe vita alla seconda forza del mercato energetico nazionale, potenzialmente da quotare nuovamente in Borsa.

Proprio in queste ore, E.On sta facendo i conti del potenziale spezzatino. Se dalla cessione dell’idroelettrico di Terni ad Erg potrebbe arrivare una cifra di poco inferiore a 1 miliardo di euro, il potenziale introito della vendita della centrale a carbone di Fiume Santo e dei cicli combinati ai cechi di Eph potrebbe portare almeno altri 200 milioni. Ci sono poi i clienti (con Hera e Italtrading in gara), il fotovoltaico (al quale sono interessati F2i e Capital Stage) l’eolico (sul quale ha offerto la stessa F2i). Complessivamente, questa soluzione potrebbe portare a Dusseldorf poco più di uno 1,5 miliardi di euro, quando nel bilancio della holding italiana tutti gli asset ne valgono oltre 3. Ma il contesto energetico, negli ultimi mesi, si è deteriorato ulteriormente ed E.On potrebbe accontentarsi. Ciò non toglie che questa strada presenta diverse incognite a partire dalle dinamiche occupazionali. I circa 250 dipendenti della holding italiana sarebbero destinati a complessi ricollocamenti così come non sembrano chiare le prospettive sui cicli combinati e sulla centrale a carbone di Fiume Santo, dove il forte calo della redditività e l’incognita legata al potenziale avvento di Eph (operatore ceco) potrebbero creare un mix insidioso.

L’offerta di Edison, invece, definisce una soluzione industriale per l’intero portafoglio di E.On in Italia (circa 6 GW di capacità produttiva) e contribuisce all’inevitabile consolidamento del settore, anche se presenta due tematiche da non sottovalutare. Innanzitutto, l’introito immediato di E.On sarebbe inferiore e i tedeschi resterebbero con una quota in azioni da liquidare nel tempo. In secondo luogo, l’eventuale fusione Edison-E.On Italia rafforzerebbe non poco la presenza francese sul mercato energetico italiano, anche se Edf ha dimostrato di sapere operare in piena armonia con il contesto economico e finanziario del nostro Paese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia