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Banco Popolare, a segno il riassetto

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Banco Popolare, a segno il riassetto

LE MOSSE DI SAVIOTTI

In tre anni l’efficientamento

della rete commerciale

ha portato a lla riduzione

degli sportelli da 2067 a 1815

Il modello delle filiali-capofila

Il Banco Popolare completa la riorganizzazione della rete commerciale avviata nel 2012 con l’incorporazione delle banche controllate (Verona e Novara, Lodi e Cassa Risparmio Lucca Pisa Livorno). Solo nel corso del 2014 l’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti ha chiuso 114 filiali sul territorio italiano. Considerate le due aperture fatte durante l’anno, il saldo finale è di 112 filiale chiuse, di cui circa centinaio solo a dicembre.

A partire dal primo gennaio 2015, e grazie alla cessione di Banco Popolare Croatia (34 sportelli), la rete del Banco è formata da 1815 sportelli, che si confrontano con le 1961 filiali di fine 2013 e le 2067 di fine 2011. Nel giro di tre anni, insomma, la rete del gruppo veronese si è assottigliata di oltre il 12 per cento.

La razionalizzazione ha visto la chiusura di sportelli in sovrapposizione tra loro o l’accorpamento di filiali in aree contingue soprattutto in città medio piccole.

L’assottigliamento delle rete è frutto della revisione del modello di rete adottato nel corso del 2014, il cosiddetto modello “a stella” o “hub&spoke”, che prevede la creazione di una filiale capofila attorno alla quale gravitano alcune filiali dipendenti più leggere e filiali autonome. Il modello capofila-dipendenza interessa complessivamente 1142 filiali di cui 440 filiali capofila e 702 filiali “dipendenza”.

Dopo l’approvazione a marzo 2014 dell’incorporazione del Credito Bergamasco perfezionata il 1° gennaio 2014, fuori dal “bancone” rimane Italease, la cui fusione dovrebbe essere realizzata entro il primo trimestre dell’anno.

In parallelo al riassetto della rete è proseguita intanto anche la riorganizzazione del personale. Grazie al calo di 446 unità nel 2014, il personale del Banco è sceso da 17.671 di fine 2013 alle 17.225 unità odierne. Nel corso del 2015, secondo il piano approvato, sono previste ulteriori 445 uscite (su base volontaria da concordare con i sindacati) a fronte di 115 assunzioni di giovani. Nel complesso, dal 2010 al 2013, dal gruppo ci sono state uscite per 1.842 unità.

Intanto il gruppo - che ha chiesto 2,7 miliardi in occasione della seconda asta Tltro della Bce - guarda alle sfide del 2015. Tra queste c’è il tema del possibile avvio del risiko bancario, in cui il Banco Popolare potrebbe rivestire un ruolo da aggregatore.

Il margine realizzato dopo gli esami della Banca centrale europea, grazie alle misure di rafforzamento patrimoniale in particolare come l’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro completato ad aprile 2014, è costituito da 1,183 miliardi: un cuscinetto di sicurezza che potrebbe tornare utile in vista di possibili operazioni di natura straordinaria, sebbene la banca appaia cauta in questo momento. L’eccedenza rispetto ai rilievi dell’Asset quality review dopo le principali misure di rafforzamento patrimoniale è stimata in 1,722 miliardi di euro.

Considerando l'impatto delle azioni di rafforzamento, l’esame Bce ha evidenziato per il Banco un Cet 1 all’11,5% dopo l’Aqr, al 10,26% nello stress test condotto secondo lo scenario base e all’8,29% nello scenario avverso, contro le soglie minime dell’8% nei primi due casi e del 5,5% nel terzo.

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