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La banca centrale svizzera spiazza i mercati, maxi-rialzo del franco

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abolito il tetto al cambio con l’euro

La banca centrale svizzera spiazza i mercati, maxi-rialzo del franco

La banca centrale svizzera ha deciso di porre fine alla politica di difesa del tasso di cambio di 1,20 franchi per euro che manteneva da tre anni a questa parte. La decisione, annunciata questa mattina, ha provocato un brusco calo del cambio euro-franco (qui il grafico di giornata).

La moneta unica, ferma da tempo sulla soglia di 1,20 franchi, è scesa fino a 0,85 registrando un ribasso del 30 per cento. Il franco si è apprezzato su tutte le sue principali controparti raggiungendo i massimi dal 1980 nel cambio con lo yen giapponese. Pesante la reazione anche della Borsa di Zurigo che è arrivata a perdere oltre l’11% (qui il grafico dell’indice Smi).

Le performance peggiori sono quelle dei grossi esportatori il cui business rischia di essere messo a rischio dall’eccessivo apprezzamento della valuta svizzera. Pesanti ribassi hanno colpito le azioni di Swatch o Compagnie Financière Richemont, colosso da 13 miliardi di franchi di fatturato annuo che controlla marchi del lusso come Cartier o Montbalc. I corsi azionari di questi due big hanno subito ribassi superiori al 14% a seguito della mossa della Swiss National Bank.

La decisione di introdurre una soglia minima nel tasso di cambio con l’euro era stata presa dalla banca centrale svizzera nel pieno della crisi dei debiti sovrani dell’area euro. Nel corso dell’estate del 2011 i mercati temevano l’implosione dell’euro. Una fuga di capitali dai titoli di Stato dei Paesi periferici (Italia compresa) aveva fatto impennare rendimenti e spread dei bond governativi dei Paesi dell’area mediterranea.

Per contro il mercato pareva ossessionato dalla ricerca di un «porto sicuro» per i propri investimenti. Uno dei beni rifugio più gettonati era proprio il franco svizzero. Nel corso dell’estate del 2011 il cambio arrivò fino a 1,04 franchi per un dollaro. Un campanello d’allarme per l’economia della Confederazione che con questo tasso di cambio rischiava pesanti contraccolpi sulle esportazioni.

Questo spinse la Swiss national bank a correre ai ripari mettendo una barriera di sicurezza a difesa del cambio. Se fosse sceso sotto quota 1,20 la banca centrale sarebbe intervenuta acquistando euro in mondo da mantenere il “cross” stabile. Una politica mantenuta fino ad oggi quando, nel giorno in cui ha portato i tassi di interesse al nuovo minimo storico di -0,75%, la banca centrale svizzera ha anche annunciato la fine della difesa ad oltranza del tasso di cambio.

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