Il Quantitative easing è arrivato anche nell’Eurozona. La Bce ha deciso infatti di lanciare un piano di acquisti di titoli pubblici da 60 miliardi di euro al mese, che partirà il prossimo marzo e proseguirà «almeno fino a settembre 2016» e comunque fino a quando l'inflazione si riporterà a livelli ritenuti coerenti con i suoi obiettivi (cioè vicino al 2%). Il piano, complessivamente, prevede dunque acquisti per 1140 miliardi nell’arco di 19 mesi. La Bce acquisterà titoli di stato con scadenze fra 2 e 20 anni. Gli acquisti saranno effettuati in base alla quota di ogni banca centrale nazionale nel capitale della Bce. Il piano è stato annunciato dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. La Bce dunque inaugura una nuova era nella sua storia e segue la strada imboccata negli anni scorsi dalle altre grandi banche centrali: la Federal Reserve, la Banca d’Inghilterra e la Banca del Giappone.
Quota dell’80% a carico delle singole banche centrali
L'acquisto di titoli di Stato da parte della Bce prevede un criterio di ripartizione del rischio. Le banche centrali dei Paesi interessati garantiranno per una quota pari all’80% del totale. Dunque solo il 20% sarà il rischio condiviso tra Banche nazionali e Bce, come ha specificato il presidente della Bce. Su questo Draghi ha fatto una concessione ai “falchi”, guidati dal capo della Bundesbank Jens Weidmann.
In base a quanto concordato oggi, quindi, la Bce ha previsto una piena condivisione degli «ipotetici rischi» sugli acquisti di titoli emessi da istituzioni comunitarie (come ad esempio la Bei o l'Esm), che rappresenteranno il 12% degli acquisti totali. Sugli altri acquisti di titoli i rischi ricadranno sulle banche centrali nazionali, di cui tuttavia la Bce rileverà un 8%. Queste proporzioni «implicano che il 20 per cento degli acquisti - ha concluso Draghi - saranno soggetti a condivisione dei rischi».
Le preoccupazioni sui rischi nazionali
La decisione su risk sharing è stata presa per mitigare le preoccupazioni di alcuni Paesi, ha aggiunto il governatore, senza citare la Germania, primo oppositore alla mutualizzazione dei rischi in caso di ristrutturazione o peggio insolvenza sui bond di un Paese. Draghi si è detto «stupito del fatto che la questione della condivisione dei rischi sia diventata la cosa più importante» nel dibattito sulla stampa alla vigilia della decisione della Bce. «Chiediamoci se sia una scelta così fondamentale per l'efficacia del piano, noi - ha detto - riteniamo di no».
I «tetti» del 33 e del 25%
La Bce potrà acquistare per un importo massimo che non superi il 33% del debito di ciascun Paese. Inoltre per ogni emissione non potrà acquistare più del 25% dei titoli sul mercato. Gli acquisti saranno effettuati in base alle quote che ogni banca centrale detiene nel capitale Bce.
Acquisto bond Grecia solo con piano Troika
«Non c'è alcuna eccezione per la Grecia», ha spiegato Draghi. C'è «una deroga», che consente di comprare titoli con rating speculativo, ma solo in presenza di un programma di assistenza della Troika. Un messaggio ad Atene, che domenica va alle urne e il cui programma di assistenza concordato con la triade Ue-Bce-Fmi scade alla fine di febbraio. Senza un ulteriore accordo dunque la Grecia non potrà più far parte del programma di acqsuiti della Bce.
Decisione «a larga maggioranza»
Il governatore ha poi spiegato che il consiglio della Bce è stato «unanime» sul fatto che il Qe sia un vero strumento di politica monetaria mentre sulla necessità di lanciarlo «adesso» c’è stata una decisione «a larga maggioranza», senza bisogno di un voto.
Una spinta per le riforme
Il governatore ha poi spiegato gli obiettivi del piano, chiarendo che per la Bce è importante «che le riforme strutturali siano attuate dai singoli Stati in modo credibile ed efficace per far salire le aspettative di reddito» delle famiglie, così come è fondamentale «incoraggiare le imprese ad aumentare gli investimenti da subito, e così anticipare la ripresa economica».
Calo per Euro e spread
Euro in rapida discesa dopo l'inizio del discorso del presidente della Bce. La divisa unica è scesca sotto a 1,15 dollari, contro gli 1,1601 segnati prima dell'avvio della conferenza stampa a Francoforte per poi arrivare addirittura sotto quota 1,14 (qui il cambio in tempo reale). Lo spread tra BTp e bund tedeschi a dieci anni, che questa mattina ha aperto intorno ai 124 punti, è sceso fino a quota 108 punti. Il differenziale si è poi stabilizzato poco sotto l’area di 120 punti.
Piazza affari accelera dopo l’annuncio
Piazza Affari ha messo il turbo immediatamente dopo l'annuncio del presidente della Bce. L'indice principale Ftse Mib ha guadagnato il 2,5% a 20.475 punti, trainato dai titoli bancari che accelerano al rialzo e ha chiuso a +2,44 per cento.
Tassi di interesse confermati
Questa mattina la Banca centrale europea, al termine della riunione del comitato direttivo ha confermato, come da attese, allo 0,05% il tasso di riferimento dell'Eurozona allo 0,05%. Di riflesso il tasso sui prestiti marginali resta allo 0,30% e quello sui depositi overnight rimane negativo a -0,20%. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30% e -0,20 per cento.
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