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Vortice sulle Popolari, faro sui movimenti in Borsa

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Vortice sulle Popolari, faro sui movimenti in Borsa

Il Banco Popolare sposa in pieno la linea di Assopopolari sulla riforma del settore voluta dal governo Renzi e lo fa mettendo nero su bianco, in una lettera inviata dai vertici dell’istituto ai dipendenti, tutto il proprio disappunto. «Il Banco Popolare si opporrà in ogni modo» al decreto legge, scrivono nella missiva il presidente Carlo Fratta Pasini e l’amministratore delegato, Pier Francesco Saviotti. Il decreto, premettono i due dirigenti, «rappresenta un provvedimento denso di radicali conseguenze per le banche popolari» ed è «contrario ai principi costituzionali di libertà d’intrapresa e di cooperazione». I due banchieri aggiungono che «l’intenzione, è di agire nell’immediato futuro, insieme agli altri istituti coinvolti, sia sul piano politico sia giuridico affinché il decreto legge venga meno». Tuttavia, se l’azione non dovesse andare a buon fine, il Banco resterà «una banca localistica al servizio di famiglie ed imprese». Il punto di vista dell’istituto è in linea con la posizione di Assopopolari ed emerge in un giorno chiave per la vicenda. Consob ha infatti acceso un faro sui movimenti del settore alla vigilia delle prime indiscrezioni su un potenziale intervento del governo. Si sa che le prime voci sono iniziate a circolare venerdì 16 gennaio ma, se si guardano gli andamenti di Borsa delle principali banche coinvolte, già prima della pubblicazione dei rumor sulle agenzie di stampa, i volumi e le performance di Borsa segnalavano un certo interesse per il comparto. Il 15 gennaio, per esempio, con scambi superiori alla media dei 30 giorni precedenti, Banco Popolare, Ubi, Popolare dell’Emilia Romagna, Popolare Milano e Popolare di Sondrio salivano rispettivamente del 2,9%, dell’1,7%, del 2,26%, dello 0,69% e del 2,07%. Tutti tra volumi decisamente rotondi. Ubi, per citarne una, ha visto passare di mano oltre 10,5 milioni di pezzi contro una media vicina ai 9 milioni. Il Corriere della Sera riferiva ieri che chi ha notato i movimenti anomali ha anche tracciato una pista che porta diretta a Londra. Di certo, andando a ritroso, già l’8 gennaio, seduta in cui tutte le Popolari sono balzate con performance comprese tra il 5 e il 2%, gli scambi erano superiori alla media e così anche nei giorni successivi, seppure a fronte di andamenti negativi. Il cambio di rotta è scattato attorno al 13 di gennaio. In parte anche per Banca Popolare dell’Etruria - vice presidente è Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi - che nell’ultimo mese è salita del 66%. Rispetto all’exploit il presidente Lorenzo Rosi ha però commentato: «Abbiamo annunciato al mercato di volerci trasformare in spa per favorire un’integrazione ancora l’11 agosto scorso. A quell’appuntamento, tra l’altro, arriveremo con fondamentali soldi grazie alla ristrutturazione ora in atto e, infine, il nostro è un titolo molto sottile, facile da movimentare».