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Borsa, Tokyo debole dopo le elezioni in Grecia

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Borsa, Tokyo debole dopo le elezioni in Grecia

TOKYO dal nostro corrispondente - L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in ribasso dello 0,25% a 17.468,52 punti. La Borsa di Tokyo si è orientata al ribasso nella giornata iniziale delle contrattazioni dell'ultima settimana di gennaio, sull'onda dell'apprezzamento dello yen non solo nei confronti dell'euro, ma anche del dollaro.

La divisa europea ha infatti ceduto terreno nei confronti dello yen e del dollaro sull'onda delle preoccupazioni per l'eventualità di un teso confronto tra le posizioni anti-austerity del nuovo governo greco che con tutta probabilità scaturirà dalle elezioni di domenica e le autorità europee. Sul biglietto verde lo yen si è avvicinato a quota 117, mentre sull'euro veleggia intorno a un cambio a 131.

Sul fronte della bilancia commerciale giapponese, si segnala il fatto che a dicembre il deficit commerciale si è ridotto a 660,7 miliardi di yen, il 26% in meno rispetto al disavanzo del mese precedente e dimezzato rispetto a un anno fa. Le esportazioni sono salite oltre le attese, con un progresso del 12,9% sullo stesso periodo dell'anno precedente che rappresenta una netta accelerazione rispetto al +4,9% di novembre e la migliore performance percentuale dal dicembre del 2013. Le importazioni, invece, sono aumentate solo dell'1,9 per cento. Comunque si tratta del 30esimo mese consecutivo di disavanzo della bilancia commerciale, che nell'arco dell'intero 2014 ha registrato un deficit record di 12.800 miliardi di yen, contro il -11.500 miliardi del 2013. L'import di energia e l'aumento delle importazioni prima dell'introduzione del rialzo dell'Iva nell'aprile scorso sono alla base della performance nettamente negativa, anche se in miglioramento negli ultimi mesi. Fino al 2010 la bilancia commerciale giapponese era stata positiva, ma la chiusura delle centrali nucleari dopo l'incidente di Fukushima Daiichi ha provocato un forte aumento delle importazioni di materie prime energetiche, mentre il processo di delocalizzazione all'estero delle aziende nipponiche ha ridotto i volumi dell'export.

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