2/5 La bussola del risparmiatore / Per chi non vuole rischiare
È evidente che a fronte di una situazione senza precedenti “fomentata” anche dalle banche centrali, il comportamento dei risparmiatori non può rimanere immutato. La scelta è tra accettare un basso rendimento o avventurarsi verso strategie e comportamenti di investimento più “sofisticati”, con tutti i pro e i contro che ne possono conseguire. «Se un risparmiatore vuole abbassare drasticamente le aspettative di rendimento — spiega Jacopo Ceccatelli di Jci Capital Ltd — una motivazione potrebbe essere quella di guardare al rendimento reale percepito (il rendimento dell’investimento meno l’inflazione, ndr), anziché al rendimento effettivo del titolo. Quando infatti negli anni 70 e 80 l’inflazione correva al 15%, un rendimento del 13% dei BoT dava soddisfazione ma, in effetti, in termini di potere di acquisto il risparmiatore stava diventando più povero del 2% (13% meno 15%) ogni anno». Oggi, quindi, con i rendimenti praticamente allo zero e con l’inflazione negativa (l’ultima rilevazione a livello europeo segna -0,2%), il risparmiatore non ha la soddisfazione di vedere il suo gruzzolo crescere ma in termini di potere di acquisto non sta peggiorando la sua situazione, anzi la sta marginalmente migliorando.
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