Finanza & Mercati 1/4 I fattori che incidono sui mercati / I soldi della Bce...

Uno shopping di asset che, al di là delle divergenze sull'efficacia nell'economia reale, mette d'accordo in merito al sostegno a titoli di Stato e azioni europee. Così, fin qui sull'effetto annuncio, l'Euro Stoxx da inizio anno è salito del 6,5%. Seppure, l'impatto maggiore è stato sui bond governativi. Proprio in quest'ultimo fronte l'attesa è per l'ulteriore riduzione degli spread tra i Paesi periferici e Berlino. UniCredit, ad esempio, indica a fine 2015 il differenziale tra BTp e Bund a 80 punti base. Un valore conseguenza, da una parte, del tasso di Roma all'1,8%; e, dall'altro, dello yield di Berlino all'1%. Intesa Sanpaolo, dal canto suo, stima il differenziale a 70 punti base, con il BTp all'1,7%. Insomma gli spread, per l'appunto, si chiudono. E lo fanno non tanto in scia al rally del buono italiano; piuttosto, per la minore forza del Bund.
....e l’effetto sul Bund
Già, il Bund. A ben vedere sulla crescita del suo rendimento gli esperti hanno abbassato le previsioni. Perché? Semplice: Berlino, che detiene la maggiore quota nella Bce, riceverà (come gli altri Paesi) molti benefici dallo shopping. Circa l'81% delle sue emissioni lorde da marzo a fine anno potranno essere coperte dalla mano di Mario Draghi. Insomma, si avrà una carenza di offerta di buoni tedeschi con il conseguente effetto scarsità. Il che, giocoforza, sosterrà le quotazioni. La spinta verso l'alto però non sarà sufficiente a contrastare i fattori che incrementano i flussi in vendita. In primis, l'attesa (o speranza) per la ripresa dell'inflazione e dell'economia. E, poi, la correlazione con il T-Bond. Certo, il decoupling tra le politiche monetarie di Fed e Bce è nei fatti. Inoltre, la congiuntura è migliore oltreoceano. E, tuttavia, l'attuale differenza di rendimento tra Washington e Berlino ha poco senso. Così, nei modelli degli analisti, il saggio del Bund rialzerà la testa.