È finito solo nella tarda serata il consiglio Telecom che doveva preparare i lavori per il prossimo appuntamento del 19 febbraio, quando, insieme all’esame del preconsuntivo 2014, il board dovrà licenziare anche il nuovo piano industriale. La riunione è servita anche a fare il punto sul Brasile, dopo gli incontri istituzionali tenuti la settimana scorsa dal presidente Giuseppe Recchi e dall’ad Marco Patuano con il nuovo ministro delle Comunicazioni Ricardo Berzoini, il ministro dello Sviluppo Armando Monteiro e il presidente dell’Anatel Joao Batista Rezende. Chiaro che, nonostante la frenata sui tempi, sullo sfondo ci sia la possibile integrazione con Oi. E infatti risulta che col ministro delle Comunicazioni sia stato toccato anche il tema della concessione telefonica che, per l’incumbent brasiliano, scade nel 2025, una scadenza molto vicina se si devono impostare progetti di lungo periodo sul necessario ammodernamento della rete. Tant’è che Telecom ritiene una precondizione per avviare il discorso ottenere garanzie sul rinnovo della concessione.
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Sia il ministro delle Comunicazioni, sia l’Authority delle tlc, secondo quanto riferiva ieri l’agenzia Bloomberg che ha interpellato tre funzionari, sono aperti a operazioni di fusione nel settore, «a patto che questo significhi maggiori investimenti e un miglior servizio». In altre parole, per essere accettati come potenziali partner per l’incumbent nazionale, occorre essere disponibili e in grado di mettere mano al portafoglio, anche se l’operazione di fusione fosse carta contro carta: non basterebbe convincere gli azionisti, ma occorrerebbe anche offrire garanzie concrete al Governo brasiliano sull’impegno a investire (e non sarà cosa da poco).
Stesso tema che, ricondotto sul territorio nazionale, si ripropone per Metroweb. Dove l’azionista al 53,2% F2i, Cdp e il Governo, aspettano di conoscere le dimensioni del piano di investimenti di Telecom per valutare se è il cavallo giusto su cui puntare. Più che l’incremento degli investimenti in assoluto - che comunque è stato promesso dal gruppo sia in Italia sia in Brasile - conterà la parte delle risorse che sarà destinata alle reti di nuova generazione. Nella riunione di ieri, a quanto si apprende, sarebbero state esaminate appunto le linee guida del piano, che sarà pronto poi per l’approvazione il 19. Quello degli investimenti è il tema-chiave per F2i, che non ha ancora calendarizzato il secondo giro di incontri tra i pretendenti (c’è anche Vodafone), ma che ha già deciso di non liquidare prematuramente l’investimento in Metroweb, scegliendo invece la strada di un aumento di capitale che consenta l’ingresso di un partner industriale e doti la società delle risorse per sviluppare il piano di investimenti che, in questo caso, significa tutta fibra, senza eccezioni. L’ipotesi di separare i destini di Metroweb Milano, che detiene la rete in fibra meneghina già completata, da quelli di una newco, dove fare entrare il nuovo socio, che dovrebbe replicarne il modello in altre città, sarebbe stata considerata in discussioni in seno alla Cdp e al suo Fondo strategico che è azionista di Metroweb con il 46,8%.
Altra questione sul tavolo è la modifica dello Statuto, richiesta dall’Anatel per sterilizzare completamente i diritti di voto di Telefonica in Telecom, in attesa della sua uscita definitiva dal capitale. È assodato che la modifica non dovrà passare al vaglio dell’assemblea, dal momento che si tratta di un obbligo e non di una facoltà, e che quindi dovrà essere il consiglio a deliberarla. C’è tempo fino al 20 febbraio per consegnare la bozza aggiornata dello Statuto all’Authority brasiliana delle tlc che poi dovrà approvarla.
Intanto il titolo cede in Borsa il 3,54%, tornando sotto 1 euro a quota 98 centesimi, sulla scia della discesa della Findim di Marco Fossati dal 5% a meno del 2%. Se ha venduto in perdita sul mercato, è stata la considerazione automatica delle sale operative, significa che quello che era il secondo azionista dopo Telco (pure in via di scioglimento) non considera ci siano margini per ulteriori apprezzamenti. Ma probabilmente questa è una spiegazione semplicistica.
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Il mercato brasiliano