Effetto «quantitative easing» sulla crescita italiana, via libera alla «bad bank», a condizione che non rappresenti un aiuto di Stato e che sia remunerativa per chi interviene a sostegno degli istituti di credito, apprezzamento per l’operato del governo Renzi sul Jobs Act e sulla riforma delle popolari. Questi in sintesi i punti cruciali del discorso pronunciato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione del 21esimo congresso Assiom Forex di Milano.
Bce: Bankitalia acquisterà 130 miliardi di titoli di Stato
Gli acquisti dei titoli di Stato annunciati dalla Banca centrale europea (Bce) lo scorso 22 gennaio rappresentano una «misura di grande portata, che si caratterizza per la sua ampiezza, superiore alle attese dei mercati, la rapidità con cui viene avviata, l’assenza di un limite temporale rigidamente predefinito», sostiene Visco la Banca d’Italia farà la propria parte, procedendo ad acquisti commisurati alle rispettive quote del capitale Bce, che potrebbero quindi «essere dell’ordine di 130 miliardi».
Italia: crescita Pil 0,5% nel 2015 e 1,5% nel 2016
Gli effetti di questo programma sono stati già in parte osservati sui mercati finanziari e valutari, ma la spinta alla ripresa potrebbe essere addirittura superiore a quanto finora stimato: l’impatto sul Pil italiano potrebbe «superare, ceteris paribus, un punto percentuale nel biennio 2015-2016», secondo Visco. In conseguenza delle misure di stimolo che saranno messe in atto dall’Eurotower, la Banca d’Italia ha provveduto ad aumentare le stime economiche per il nostro Paese già pubblicate nel bollettino economico del 16 gennaio scorso:la crescita del Pil è ora «valutabile al di sopra dello 0,5% quest’anno e dell’1,5% il prossimo», rispetto allo 0,4% e 1,2% precedentemente previsto.
Riforme Renzi «vanno nella giusta direzione»
Gli stimoli di natura monetaria, fa ricordato Visco, non bastano da sole a consolidare e rafforzare i segnali di ripresa : «In assenza di una parallela azione di bilancio - ha spiegato il Governatore - gli effetti sulla domanda possono essere contenuti; sono destinati a esaurirsi nel medio termine se non si interviene strutturalmente sul potenziale di crescita dell’economia, con strumenti che siano in grado di far aumentare insieme produttività e occupazione, creando nuovo reddito e nuova domanda».
Sotto questo aspetto, Visco ha riconosciuto l’impegno del Governo Renzi «a proseguire nell’azione di risanamento dei conti pubblici», sostenendo anche che «le misure sinora introdotte vanno della giusta direzione». In particolare, i, riferimento va ai primi due decreti attuativi del cosiddetto Jobs Act, che «hanno ampliato le tutele fornite dai sussidi di disoccupazione e ridotto io costi delle procedure di risoluzione dei rapporti di lavoro e l’incertezza sui loro esiti finali».
Riforma popolari risponde a esigenze da tempo segnalate, più aggregazione fra Bcc
Apprezzamento anche per la riforma delle banche popolari che «risponde a esigenze da tempo segnalate da noi, dal Fmi e dalla Commissione Ue e rese ora più pressanti dal passaggio al sistema della vigilanza unica». Non è mancata neanche uan stoccata all’indirizzo del sistema della Banche di credito cooperativo, le cui «debolezze derivano dalla dimensione - in alcuni casi assai ridotta, con effetti sui costi e sulla capacità di innovazione - e dalla concentrazione, a volte eccessiva, dei rischi di credito. Visco in sostanza chiede una razionalizzazione del sistema che preveda fusioni e un maggior grado di integrazione che faciliti l’aumento dell’efficienza operativa.
Sì alla «bad bank», ma non sia un aiuto di Stato
Notazione conclusiva sull’ipotesi di creare una «bad bank» nel sistema finanziario italiano: « Lo smobilizzo dei crediti deteriorati è cruciale per consentire alle banche di reperire risorse da destinare al finanziamento dell’economia reale», ha affermato Visco. C’è dunque il sostanziale via libera di Bankitalia all’operazione, a patto però che avvenga «nell’ambito di uno schema che, nel rispetto della disciplina europea sulla concorrenza, preveda il pieno coinvolgimento delle banche nei costi dell’operazione e un’adeguata remunerazione del sostegno pubblico». L’intervento non deve in sostanza rappresentare un aiuto di Stato e per questo motivo deve prevedere una remunerazione per chi corre in aiuto delle banche.
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