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Le soffiate anti-corrotti sono già a quota 40

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segnalazioni virtuose

Le soffiate anti-corrotti sono già a quota 40

In due mesi già 40 segnalazioni alla piattaforma di whistleblowing “Alac-Allerta Anticorruzione” realizzata da Transparency International Italia. Una struttura informatica aperta e raggiungibile da tutti quelli che vogliono denunciare episodi di corruzione.

«Il sito Alac è operativo da inizio dicembre — ricorda Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia — e le segnalazioni pervenute sono relative in particolare a tre settori: edilizia, sanità e servizi pubblici». La regione in cima alle “soffiate” è il Lazio, seguita da Lombardia e Puglia: le violazioni segnalate sono sia amministrative che penali. «Il sistema è totalmente criptato — aggiunge Carnevali —. Per chi vuole la garanzia dell'assoluto anonimato consigliamo inoltre di scaricare il browser Tor».

Il medico e il funzionario
Fra le segnalazioni ricevute, ricorda Carnevali, c'è quella relativa al medico che tenta di indirizzare i malati al proprio studio o il funzionario pubblico che chiede tangenti per far scavalcare la lista di attesa. «Sono situazioni che stiamo verificando e che, di volta in volta, se documentate, gireremo alle autorità competenti». Il sito web a cui collegarsi per eventuali segnalazioni è il seguente: www.transparency.it/alac.
Transparency è una organizzazione internazionale no profit con sede a Berlino e presente in 100 Stati. Pubblica ogni anno l'indice di Percezione della corruzione: nel 2014 l'Italia era al 69° posto, la stessa collocazione dell'anno precedente.

Il comune di Milano
In parallelo con l'iniziativa di Transparency aperta a tutti i cittadini italiani, di recente sono diventate operative anche un paio di piattaforme di whistleblowing realizzate da importanti enti pubblici. Il comune di Milano, in particolare, ha presentato alla fine dell'anno scorso la propria iniziativa sulle “soffiate”: diventata operativa da due settimane, la struttura informatica milanese è stata creata nell'ambito di un'apposita sezione della intranet comunale ed è riservata ai dipendenti dell'ente pubblico guidato dal sindaco Giuliano Pisapia. Le email dei whistleblower milanesi saranno criptate: nello specifico, verrà oscurato l'Ip del computer di provenienza. L'Ip è l'acronimo inglese di Internet protocol, una sorta di “targa” che rende individuabile il pc o altro dispositivo elettronico. «I tecnici hanno assicurato che nessuno potrà riconoscere il mittente.
Soltanto noi dell'organismo di garanzia sapremo il nome»: Carnevali è presidente dell'organismo di garanzia nominato dal sindaco di Milano nel settembre scorso per verificare le segnalazioni dei dipendenti. Nell'organismo, oltre al presidente di Transparency Italia, sono presenti Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, la rete degli enti locali per la formazione civile contro le mafie, e dal vice segretario generale del Comune di Milano, Mariangela Zaccaria.

Da nord a sud
Come Milano, anche il comune di Palermo ha deciso di attivare per i propri dipendenti una piattaforma di whistleblowing.
L'iniziativa siciliana rientra nel piano anticorruzione, varato dalla giunta palermitana lo scorso anno e realizzato dalla segreteria generale e dall'azienda comunale Sispi. «Viene prevista — fanno sapere da Palermo — una totale criptazione dei dati relativi sia al segnalante che al fatto oggetto di segnalazione in modo che soltanto il responsabile anticorruzione o la magistratura possano decriptare le informazioni».

Per ora niente hotline dedicate
Le multinazionali estere che vogliono evitare episodi di corruzione interna (anche per tutelarsi dal rischio reputazionale), utilizzano sistemi informatici “terzi”.
Si chiamano hot-line: niente a che vedere con le linee erotiche. Sono server informatici esterni alle aziende che consentono una salvaguardia totale dell'anonimato. I dati vengono infatti gestiti da società terze rispetto alla multinazionale. È il sistema suggerito da Aodv231, l'associazione degli organismi di vigilanza ex 231 del 2001, la legge sulla responsabilità penale degli enti. Sistemi all'avanguardia sul versante riservatezza. Comunque, server o non server, sul fronte anticorruzione qualcosa si muove anche in Italia. Finalmente.

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