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Kering delude le attese, ma Puma dà segnali di recupero

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BILANCI

Kering delude le attese, ma Puma dà segnali di recupero

Fatturato in crescita, ma redditività in contrazione per Kering nell’esercizio 2014. Il gruppo francese ha annunciato, questa mattina prima dell’apertura delle contrattazioni, un fatturato in aumento del 4% a 10,04 miliardi di euro. L’utile netto ha raggiunto quota a 528,9 milioni di euro contro 49,6 milioni nel 2013, grazie in particolare a un
forte calo dell'impatto negativo delle attività abbandonate o in corso di cessione (478,8 milioni, contro 822,9 nel 2013). Il risultato operativo corrente, però, è risultato in calo, a 1,664 miliardi di euro, così come il margine operativo, sceso di 1,5 punti percentuali al 16,6%. Alla luce di questi risultati, il gruppo Kering proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 4 euro per azione.

Nel dettaglio dei singoli brand in portafoglio, Gucci ha visto i ricavi calare dell’1,8% a 3,5 miliardi di euro, a causa soprattutto dei disordini a Hong Kong, per un risultato operativo in contrazione del 6,7% a 1,06 miliardi. Ciononostante, la casa di moda ha mantenuto un margine sull’esercizio superiore al 30%. Bilancio positivo invece per Bottega Veneta, che nel 2014 ha aumentato il suo fatturato dell’11,3% a 1,13 miliardi di euro, trainata dalla pelletteria, con un risultato operativo corrente in crescita dell'8% a 357 milioni.

Per l’anno in corso il gruppo ha precisato che non è interessato ad acquisizioni e che non intende dismettere il marchio sportivo Puma, nonostante le difficoltà. Il numero uno di Kering, Francois-Henri Pinault, si è detto «fiducioso per il 2015 nella capacità del gruppo di assicurare una crescita sostenibile e redditizia». Certo da Kering ammettono che l’andamento dei cambi, con un euro debole e un dollaro forte, potrà spingere i ricavi del gruppo quest’anno, ma allo stesso tempo potrà creare pressione sui margini di redditività soprattutto nel primo semestre dell’anno.

Sul fronte delle strategie future, il gruppo ha dichiarato che il rilancio di Gucci, sotto la nuova leadership dell’ad Marco Bizzarri e del direttore creativo Alessandro Michele, sarà una priorità nel corso dell’anno considerato che nel quarto trimestre dell’anno il marchio ha registrato una contrazione dello 0,5% dei ricavi. In particolare il focus sarà sulla qualità del servizio offerto dalla rete di negozi a marchio Gucci e sull’attrattiva della collezione ready-to-wear. L’attenzione su Gucci, che conta ancora per il 60% dei risultati dell’intero gruppo, è dovuta al calo del 6,7% dell’utile operativo nel 2014 a 1,05 miliardi di euro.

Ha, invece, raggiunto risultati superiori alle attese il brand Saint Laurent, che ha raddoppiato i ricavi in tre anni sotto la guida creativa di Hedi Slimane. Lo scorso anno si è concluso per il brand francese con un utile operativo di 105,1 milioni a fronte di un fatturato da 707,3 milioni, con un margine del 27,2%.

Sui brand minori, il gruppo ha dichiarato che per Sergio Rossi una delle opzioni valutate è la vendita. Mentre non è prevista alcuna vendita per Puma, che ha chiuso il 2014 con ricavi in crescita del 3% e un margine operativo del 4,3%.

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