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Veneto Banca sotto inchiesta sui prestiti

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Veneto Banca sotto inchiesta sui prestiti

Veneto Banca avrebbe ostacolato le funzioni di vigilanza della Banca d’Italia. Per questa ipotesi di reato, per il momento circoscritta alle figure di Flavio Trinca e Vincenzo Consoli (rispettivamente presidente del gruppo bancario dal 1997 al 2014 e amministratore delegato dal 2008 al 2014) il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e la pm Francesca Loy hanno ordinato nella mattinata di ieri una ventina di perquisizioni in tutto il Nord Italia. A eseguirle, in un’operazione congiunta, i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria e quelli del Nucleo di polizia tributaria di Venezia. Oltre alle sedi della banca i finanzieri hanno passato al setaccio sedi di persone giuridiche e residenze di persone fisiche alcune delle quali a Torino. L’inchiesta nasce dai risultati di una verifica ispettiva effettuata dalla vigilanza della Banca d’Italia nel 2013.

Secondo gli esiti delle ispezioni le operazioni finite sotto la lente dei pm avrebbero provocato un significativo sovradimensionamento del patrimonio di vigilanza che sarebbe stato comunicato a palazzo Koch in 2.012.923.000 euro anziché in 1.662.948.000 euro con uno scarto di 345.975.000 e avrebbe provocato un innalzamento del Tier 1 «gonfiandolo dal 6,3% all’8%. Le operazioni sarebbero state condotte anche cedendo pacchetti azionari della banca ad azionisti della capogruppo. diciassette dei quali ieri hanno ricevuto la visita dei militari della Gdf. Tra loro anche alcuni nomi noti: da Marco De Benedetti, a Gianfranco Zoppas, da Giuseppe Stefanel a Ivana Martino (moglie di Pietro D’Aguì) della Bim. Perquisita anche la sede di Modena Capitale, Banking partecipation, società riconducibile all’avvocato modenese Gianpiero Samorì, protagonista di una cruenta battaglia assembleare alla Banca popolare dell’Emilia Romagna.

pagina 28 e 29