La Bce ritiene ragionevole l'introduzione di controlli della circolazione di capitali nelle banche greche. Lo scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung. «Al consiglio della Bce e ai supervisori bancari andrebbe bene se ci fossero dei controlli di circolazione del capitale, per evitare il dissanguamento delle banche», dice una fonte dell'Eurotower. Il consiglio della Bce ha dato ieri via libera a fornire liquidità di emergenza ad Atene per 2 settimane alzando la disponibilità di 3,3 miliardi.
Pronta la smentita della Bce, precisa ancora un portavoce dell'Eurotower.
Ma se la tensione dovesse continuare tra Grecia e partner europei o addirittura non essere raggiunto un accordo entro fine mese con i creditori internzionali il rischio corsa agli sportelli bancari sullo stile di quanto accaduto a Cipro potrebbe aumentare anche in Grecia. Secondo fonti bancarie greche, i depositi delle quattro banche sistemiche del Paese sono in calo di 20 miliardi di euro da dicembre ed ora sono a quota 145 miliardi di euro rispetto ai 240 miliardi di euro del 2009, prima che la crisi scoppiasse.
Il deflusso dai depositi è diventato un problema sempre maggiore per l’esecutivo Tsipras all'inizio di febbraio, quando la Banca centrale europea ha chiuso la possibilità di portare come collaterali i bond greci in mano alle banche elleniche, un meccanismo che consentiva di prendere in prestito circa 50 miliardi. Ora non resta che l’Ela, il meccanismo di credito di emergenza che passa dalla a Banca di Grecia, ma che non può superare i 67 miliardi di euro e ha un accesso a un tasso maggiore. Ogni 15 giorni la Bce sottopone a revisione questo meccanismo di finanziamento.
Senza contare che i non-perfoming loans delle banche greche sui crediti al consumo sono arrivati al 50% del totale. Le sofferenze raggiungono invece una media del 33% comprendendo anche i crediti inesigibili alle società e sui mutui immobiliari.
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