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Ansaldo passa a Hitachi, febbre di acquisizioni nella Corporate Japan

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Ansaldo passa a Hitachi, febbre di acquisizioni nella Corporate Japan

TOKYO - Una febbre di acquisizioni sembra aver preso la Corporate Japan. Nonostante lo yen più debole, la voglia di investire all'estero e di mobilitare le ingenti risorse liquide dormienti sta generando una corsa oltreconfine delle imprese nipponiche, private e anche pubbliche in predicato di privatizzazione.

Se oggi anche il quotidiano Nikkei anticipava la conquista di Ansaldo Sts e AnsaldoBreda da parte di Hitachi in una operazione del valore di oltre 250 miliardi di yen, l'ultima operazione è stata annunciata da Asahi Kasei, che ha raggiunto l'accordo per rilevare le attività di stoccaggio di energia della americana Polypore International per 2,2 miliardi di dollari. La società giapponese ha offerto un premio di quasi il 20% sui corsi di Borsa dell'azienda acquisita, in un deal complesso che prevede anche la cessione a 3M della divisione Separated Media.

Asahi Kasei non è nuova a grandi operazione all'estero: tre anni fa aveva acquisito per la stessa cifra (2,2 miliardi di dollari) l'americana Zoll per crescere nel settore dei prodotti medicali per gli ospedali. Nonostante lo yen più debole, la voglia di investire all'estero e di mobilitare ingenti risorse liquide dormienti sta generando una corsa oltreconfine delle imprese nipponiche, private e anche pubbliche.

Settimana scorsa Japan Post, prossima a sbarcare in Borsa, ha offerto un premio di circa i 50% per acquisire l'australiana Toll al prezzo di 5,1 miliardi di dollari, al dichiarato scopo di diventare un player globale della logistica. Quasi in contemporanea, Kintetsu World ha rivelato il ramo logistica della Neptune Orient Lines di Singapore per 1,2miliardi di dollari. Canon ha invece deciso di acquisire la svedese Axis Communications per 2,8 miliardi di dollari. L'operazione annunciata più ardita, comunque, appare quella con cui la casa di trading Itochu si è messa in joint con la thailandese CPG per rilevare una partecipazione del 20% nel colosso cinese, Citic. Dal punto di vista degli investitori, la scommessa è individuare quali società possano diventare potenziali prede dei generosi acquirenti nipponici, generalmente disposti a versare ampi premi per assicurarsi una via rapida per l'espansione strategica delle attività estere, resa necessaria dalle limitate prospettive del mercato domestico.

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