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Carige: Malacalza entra con il 10,5% e sigla un patto con la…

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Carige: Malacalza entra con il 10,5% e sigla un patto con la Fondazione

Finisce ufficialmente l'era della Fondazione Carige “dominus” di Cassa di risparmio di Genova. Con un blitz domenicale la Fondazione, azionista storico ma in declino dell'istituto genovese (di cui aveva fino a pochi giorni fa il 19%) chiude la partita del riassetto dell'azionariato della Cassa di Risparmio di Genova prima dell'aumento di capitale da 700 milioni previsto per la prossima primavera. La famiglia Malacalza diventa il primo socio della banca e stringe un patto con l'Ente ligure.

Gli imprenditori genovesi guidati dal patron Vittorio Malacalza hanno raggiunto nel pomeriggio un accordo preliminare con la Fondazione per acquistare il 10,5% del capitale di Banca Carige per un corrispettivo di circa 66,2 milioni di euro, pari a 0,062 euro per azione (0,0655 euro la chiusura di Borsa di venerdì). A rilevare il pacchetto azionario è la Malacalza Investimenti srl, veicolo già usato dalla famiglia per l'operazione Pirelli, e partecipato al 4% da Vittorio Malacalza e al 48% ciascuno dai figli Davide e Mattia.

L'Ente presieduto da Paolo Momigliano resta con una partecipazione residua del 4,8%, ma riesce comunque a conservare un ruolo in Carige anche se drasticamente ridotto rispetto al passato: Fondazione e nuovi investitori infatti sigleranno un patto parasociale che permetterà all'Ente di indicare un suo amministratore nella lista dei candidati per gli organi sociali Carige che verrà presentata dai Malacalza. Il patto – che intende “contribuire alla stabilità dell'assetto societario della Banca e di preservare il significativo legame storico con il territorio” – comprende anche un impegno di consultazione sulle decisioni strategiche che riguardano la banca. Non è escluso che nei prossimi mesi Fondazione Carige possa scendere ancora nel capitale della Banca fino a un minimo dello 0,5%.

Con l'accordo di oggi, Fondazione Carige – supportata da Banca Imi - completa così la lunga discesa nel capitale della banca di cui ancor un anno fa deteneva il 46%: le difficoltà dell'istituto bancario – costretto a una doppia ricapitalizzazione nell'arco di dodici mesi – e l'impossibilità della Fondazione di supportarne il rafforzamento patrimoniale hanno imposto all'Ente il ridimensionamento. “Oltre a completare il percorso del proprio risanamento finanziario – ha dichiarato Momigliano – l'accordo assicura in un'ottica di partnership l'ingresso nella compagine azionaria della Banca Carige di un investitore solido, con ottica di lungo termine e con sensibilità al legame con il territorio”.

Il perfezionamento del contratto – a cui hanno lavorato Banca Imi e studio Bonelli Erede Pappalardo per la Fondazione mentre Unicredit e lo studio Carbone e D'Angelo hanno affiancato gli acquirenti - è previsto per il mese di aprile ed è subordinato al via libera del ministero delle Finanze e della Banca d'Italia.

Pur consapevoli delle incertezze dello scenario economico – è stato il primo commento di Vittorio Malacalza - abbiamo deciso di investire per supportare Banca Carige mettendo a disposizione, oltre ai capitali, il nostro patrimonio di conoscenza imprenditoriale, con l'obiettivo di rafforzare il ruolo tradizionale della banca a supporto dello sviluppo economico del territorio di riferimento”.

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