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Eni approva il bilancio 2014

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Eni approva il bilancio 2014

  • –Celestina Dominelli

Nessuna sorpresa. Ieri l’Eni, attesa oggi a Londra per la presentazione del nuovo piano industriale, ha approvato i risultati del 2014 che confermano quanto reso noto a febbraio in sede di preconsuntivo. Il cda ha quindi dato disco verde al bilancio consolidato e al progetto di bilancio che si chiudono, rispettivamente, con l’utile netto di 1,29 miliardi e di 4,45 miliardi di euro. Il board del gruppo guidato da Claudio Descalzi ha poi deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti - che si riunirà il prossimo 13 maggio - la distribuzione del dividendo di 1,12 euro per azione, di cui 0,56 euro già assicurati a settembre, mentre il saldo di 56 centesimi sarà messo in pagamento dal 20 maggio, con stacco cedola il 18 maggio e record date il giorno prima.

E oggi, nel cuore della City, il numero uno dovrà scoprire le carte su diversi fronti, a cominciare dalla politica dei dividendi per il 2015, su cui è altissima l’attenzione del mercato con l’ad che, a febbraio, presentando i dati del preconsuntivo, non aveva voluto sbottonarsi, ma si era limitato a ribadire «che siamo comunque in una posizione forte».

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Il mercato, zavorrato dal calo del prezzo del petrolio, soffre con le grandi major costrette a rimettere mano alla propria strategia. Con molta probabilità, quindi, Descalzi ribadirà oggi la necessità di proseguire sulla via dell’ottimizzazione del portafoglio (sempre pù focalizzato sull’upstream) e dell’efficientamento degli altri business. Ma indicazioni chiare sono attese anche sul fronte delle dismissioni, dove si aspetta di capire quale sarà la direzione impressa al gas and power e a un suo possibile spin off, nonché al capitolo Saipem.

Il percorso di cessione è stato sospeso a causa della volatilità che ha investito il titolo negli ultimi mesi: Descalzi dovrà quindi spiegare agli addetti ai lavori cosa intende fare della controllata. Che ieri ha chiuso in Borsa con un progresso dello 0,42%, a 9,6 euro, sulle attese di un rinnovo dei vertici, che dovranno essere sostituiti nella prossima assemblea dei soci, convocata per il 30 aprile. E, tra i nomi indicati per la successione al numero uno Umberto Vergine, crescono le quotazioni di Stefano Cao che, stando ai rumors rilanciati da ambienti di governo, sembrerebbe godere di un consenso generale da quelle parti. Per il manager romano, classe 1951, si tratterebbe di un ritorno a casa visto che proprio in Saipem dal 1976 ha mosso i primi passi della sua carriera.

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