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Enel, investimenti per 18 miliardi e dismissioni

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IL PIANO 2015-2019

Enel, investimenti per 18 miliardi e dismissioni

LONDRA - La nuova Enel dell'era Starace punta la crescita su reti, energie rinnovabili, generazione convenzionale non merchant e sui clienti. Il gruppo è pronto a sfoderare un piano da 34 miliardi entro il 2019, 5 miliardi in più rispetto alla passata gestione, di cui circa il 60% destinato ai mercati emergenti. Rispetto al passato, ben 18 miliardi vengono destinati alla crescita (mentre in passato erano focalizzati anche alla manutenzione), con un aumento di 6 miliardi delle risorse destinate allo sviluppo.

Enel ha annunciato contestualmente una corposa pulizia di bilancio, da 6 miliardi, di cui 2 miliardi sulla generazione Italia (ovvero le centrali, visto che 23 verranno chiuse o riconvertite) e 2,8 miliardi sugli asset slovacchi in corso di cessione. L'operazione serve a liberare il bilancio da ammortamenti non più giustificabili e quindi a consentire in futuro una maggiore produzione di utili. Il risultato netto 2014 è in calo dell'84%, a 517 milioni, mentre l'utile ordinario, sul quale viene pagato il dividendo è pari a 2,99 miliardi (-4%). Enel garantisce comunque la cedola e comincia ad aumentarla già sull'esercizio 2014: il dividendo passa da 0,13 del 2013 a 0,14 euro. E continuerà a salire: il gruppo ha annunciato infatti anche una forte correzione nella policy dei dividendi, con un andamento crescente. Il pay-out passerà dal 40% attuale al 50% già nel 2015, per salire del 5% all'anno e arrivare al 65% nel 2019. Comunque, sia nel 2015 che nel nel 2016 viene garantita una cedola minima di 0,16 euro per 2015 e 0,18 euro per il 2016. La gestione Starace garantisce per il periodo di piano risultati più conservativi (e allineati al consenus, come del resto già annunciato nei mesi scorsi), con un ebitda attestato sui 15 miliardi e l'utile netto sui 3 miliardi, con indebitamento che sale (da 37,4 miliardi di fine 2014) a 39,2 miliardi nel 2015 per poi ridiscendere e raggiungere quota 36,3 miliardi nel 2019.

Resta il focus sulle dismissioni, più che altro nell'ottica di garantire una rotazione degli asset che consenta di trarne la massima redditività. Nel periodo sono previste cessioni per 5 miliardi, di cui due miliardi già in corso (ma non è detto che si tratti degli asset slovacchi). Il mercato ha mostrato di apprezzare il piano e la nuova policy dei dividendi: il titolo è in crescita del 3 per cento.

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