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Ecco perché Pirelli piace molto ai cinesi. Tutti i numeri del colosso…

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Ecco perché Pirelli piace molto ai cinesi. Tutti i numeri del colosso dei pneumatici

È un pezzo pregiato quello su cui hanno messo gli occhi i cinesi. È un pezzo pregiato di quell'Italia multinazionale che si è conquistata, non da ieri, spazi di crescita sui mercati esteri. La Pirelli - finita l'avventura non certo felice in Telecom Italia - e tornata al suo vecchio mestiere di produttore mondiale di pneumatici non ha smesso di inanellare record su record. Pur nel pieno della più grave crisi finanziaria del Dopoguerra.

Ricavi su del 50% dal 2009
Dal 2009 al 2014, la società della Bicocca ha visto salire del 50% il suo fatturato. Era di 4 miliardi nel pieno della crisi finanziaria mondiale, oggi i ricavi sono a quota 6 miliardi. Una crescita dovuta in massima parte al buon ritmo della domanda sui mercati emergenti. Del resto Pirelli guardando ai dati di vendita non è mai stata “davvero” italiana.

Al traino degli emergenti
Il mercato domestico assorbe poco oggi poco più del 5% del fatturato, mentre nel 2009 valeva oltre il 10%. A compensare il minor dinamismo sul mercato interno ci ha pensato la crescita oltre frontiera. Più di un terzo dei ricavi viene strutturalmente dal Sudamerica; Asia e Usa insieme compongono un altro terzo del giro d'affari della Pirelli. Ma si può crescere quanto a giro d'affari a scapito della redditività. Non è stato così per la multinazionale dei pneumatici. La profittabilità industriale è salita a un ritmo superiore alla crescita del fatturato.

Redditività industriale al raddoppio
Il margine operativo lordo viaggia a fine 2014 al 19% delle vendite. Valeva poco più dell'11% a fine del 2009. Ancora più sostenuta la marcia del margine operativo netto salito da 261 milioni del 2009 ai 750 milioni del 2013. E del resto la buona salute del colosso degli pneumatici è nelle cifre dei profitti netti.

Oltre 1,1 miliardi di utili netti cumulati
Dal 2009 al 2013 Pirelli ha cumulato utili netti per oltre 1,1 miliardi. E all'appello manca il 2014 con il consenso di mercato che stima altri 370 milioni da aggiungere al ricco paniere. E la corsa della redditività è stata ottenuta con una struttura patrimoniale mantenuta in sostanziale equilibrio. Anzi in miglioramento. La posizione finanziaria netta è passiva per 980 milioni, ma era di ben 1,3 miliardi a fine del 2013.

Capitale due volte i debiti
Debiti in calo con un patrimonio netto che vale oltre 2,4 miliardi e quindi con un rapporto che vale oltre 2 volte i debiti finanziari netti. Il mercato ha accompagnato il buon trend dei fondamentali economici. Il titolo Pirelli oggi è ai massimi storici allineato ai valori dell'imminente Opa a 15 euro. Ma la corsa del titolo viene da lontano e di fatto ha rispecchiato la corsa degli utili. Il titolo ha cominciato a volare su scambi raddoppiati dal 10 marzo quando valeva poco sotto i 14 euro. C'era profumo di riassetto in vista.

Valore delle azioni triplicato
Ma escludendo l'operazione attuale, Pirelli è volata in Borsa negli ultimi 5 anni triplicando il valore delle azioni. E ora con l'Opa il guadagno per gli azionisti di lunga data di Pirelli vale il 200% del loro investimento ai prezzi di inizio 2010. Ovvio che vista così per i cinesi di ChemCina è un'occasione. O meglio investono ai massimi storici di Borsa ma sanno che comprano una società solida e soprattutto molto redditizia.
Negli ultimi la crescita della redditività di Pirelli è stata doppia rispetto a Michelin e superiore a Continental. Gli analisti di Credit Suisse si aspettano che nei prossimi anni quella crescita della redditività operativa rallenta per tutto il settore europeo, ma Pirelli dovrebbe mantenere un ritmo superiore ai diretti concorrenti. Si vedrà. Sta di fatto che ChemChina non ha guardato a caso, ma pare aver scelto la preda migliore su piazza.

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