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Le premiate 2015 “Merito e Talento Aldai”: “Ragazze, studiate materie Stem”

Al diciottesimo nome premiato è apparso chiaro come le super-manager 2015 incoronate con l'ambito premio “Merito e Talento” Aldai fossero in prevalenza “geek girls” o comunicatrici 2.0. Vale a dire, appassionate di tecnologia e materie scientifiche, o vestali della comunicazione innovativa.

Scelte lontane da ogni stereotipo, quelle del premio creato dal gruppo donne dirigenti dell'Associazione lombarda dirigenti industriali (aderente a Federmanager): sotto i riflettori, le manager che, nell'accezione comune, hanno studiato “robe da maschio”, o che dirigono team composti in prevalenza da uomini, o che stanno per fare scelte estreme e coraggiose.

Come Maria Selli, ingegnere responsabile della realizzazione di impianti petroliferi e petrolchimici di Maire Tecnimont, che andrà a dirigere un team di lavoro in Arabia Saudita, in un campo di trivellazioni dove operano 64mila uomini. Come l'ingegnere chimico Laura Galli, leader dei business dell'elettronica e dell'energia del colosso 3M in Italia. Come Antonella Antonelli, ingegnere civile “masterizzata” al Politecnico di Torino, super-specialista di gallerie, responsabile del servizio strutture della Metropolitana milanese. Come Cinzia Sternini, ingegnere elettronico con master all'Insead, che sta studiando le nuove reti e i nuovi servizi digitali dell'ultrabroadband di Telecom Italia (dopo due anni da amministratore delegato di Olivetti, è tornata a Torino come head of special projects of network development).

Così, fra le magnifiche 18 premiate spiccano anche altre innovatrici, come Karen Nahum (che ha avviato le svolte digitali prima del Sole 24 Ore, poi dell'Istituto clinico Humanitas, ora di De Agostini Editore), come Lucia Pecora (responsabile progetti innovativi Expo 2015 di Telecom Italia), come l'esperta di logistica Anna Canfora (head of demand plan per Europa e America Latina di Nokia Networks).

Congiunto l'appello delle innovatrici premiate: “Ragazze, studiate, come abbiamo fatto noi, materie Stem” (acronimo inglese per scienze, tecnologie, ingegneria e matematica). Un gap da colmare, quello delle giovani italiane sulle materie scientifiche (solo il 24% di iscritte a Ingegneria, contro il quasi 90% di iscritte a materie umanistiche o formative), in un mondo che si avvia verso una forte carenza di lavoratori con skill scientifici e informatici, come denunciato da diverse organizzazioni, fra cui l'Unione europea.

Lavorano in aziende dal “vissuto maschile” anche l'Ibm Antonella Pannullo (promossa Software group Cfo dopo esperienze internazionali in Spagna e in Slovacchia), accompagnata al premio dalle colleghe del progetto di diversity Ibm Women in finance (nome in codice: Lucy in the sky) e Stefania Montagner, lean director (quindi, ottimizzatrice a oltranza) di Nestlè Waters Italia, due lauree e due master e una passione per l'organizzazione e la gestione di team di lavoro complessi.

Capitolo a parte – noblesse oblige – per Patrizia Rutigliano, direttore relazioni istituzionali e comunicazione di Snam, poliedrica e spumeggiante presidente dei comunicatori italiani della Ferpi (la federazione italiana relazioni pubbliche): una reputazione che brilla ben oltre i seimila dipendenti del gruppo leader del settore gas. Altra comunicatrice di rango e donna di marketing 2.0 è Linda Spada, Strategy marketing & communications Lead di Accenture Strategy, che si è rimessa in gioco più volte, con coraggio, nella sua vita professionale (tre le grandi società consulting girate) e personale.

Anche nella gestione delle risorse umane si può essere innovatori. Ad esempio, andando a caccia dei migliori talenti giovani, come fa Silvia Parma, grande motivatrice e coach del suo team di lavoro (è country HR manager del colosso dell'elettronica e della meccanica ABB). O cercando i migliori talenti femminili per i consigli d'amministrazione, come sta facendo Giulia Belloni di Russell Reynolds Associates (l'head hunter che sta, tra l'altro, aiutando Assogestioni a trovare i migliori consiglieri indipendenti per le società quotate). O con l'entusiasmo contagioso di Emanuela Teatini (a capo dell'organizzazione e delle comunicazioni interne nella funzione human resources della Metropolitana milanese), che nel suo profilo arriva a dichiarare “al mio staff chiedo sempre la luna… e loro mi portano sempre il sistema solare per intero!”.

Discorso a parte per una esemplare glass ceiling breaker come Monica Regazzi, prima donna partner in Italia della società di consulenza strategica internazionale Boston consulting group e Young global leader del World economic forum. La piccola Anna Sofia fra le sue braccia le sta “insegnando la pazienza”, ha detto sorridendo.

Poliedriche le altre premiate: Mariavittoria Di Stasi, arrivata in Luxottica (dove è responsabile del marchio Vogue) dai cioccolatini della Lindt & Sprungli e dai dolci Barilla, e Paola Ronchi (managing director di Harlequin Mondadori), che sta ridando smalto ai libri per ragazze Harmony, dopo aver lavorato in Kenzo Parfums, Lancome e Rcs MediaGroup.

Fra il tifo dei supporter e colleghi delle premiate, nella sala Alessi di Palazzo Marino generosamente messa a disposizione dall'assessora Chiara Bisconti (grande promoter del lavoro “agile”, non solo per le donne), fra urla di incoraggiamento (“Brava mamma!”, il più bello, di una coraggiosa teenager), fra nanne cantate ai piccoli in braccio alle manager o alle tate in seconda fila, è stata la premiata senior Marina Salamon a dare il senso della giornata: “Che entusiasmo si respira in questa sala, bravi tutti: mi piacete!”. La vulcanica imprenditrice, che si divide tra la società di abbigliamento Altana e quella di sondaggi Doxa, tra quattro figli e vari affidi familiari, ha fatto idealmente da madrina alle più giovani premiate.

“Such an amazing bunch of ladies!”, commentava la relatrice della tavola rotonda a margine della premiazione Avivah Wittenberg-Cox, teorica della womenomics nei suoi tre libri bestseller che le hanno spalancato le porte della consulenza nelle grandi aziende internazionali. La prossima sfida italiana, secondo la saggista-consulente, è disinnescare la bomba demografica della denatalità, mettendo le donne – dalle manager in sala in giù – a non dover scegliere tra lavoro-carriera e famiglia.

Per Tommaso Arenare di Egon Zehnder, invece, la sfida è portare più donne ai vertici delle imprese, perché la legge Golfo-Mosca sulle quote di genere nei cda deve essere solo l'inizio di una rivoluzione culturale in Italia, che spinga davvero i talenti, spezzando i meccanismi di cooptazione tra simili che hanno fin qui fallito. Lui, che ha portato tante donne nei cda di società quotate, come head hunter, può dirlo con cognizione di causa.

Luca Rossi, managing partner di A.T. Kearney per Europa, Medio Oriente e Africa, ha infine anticipato il lancio di una ricerca europea sui fattori chiave per il successo delle donne nel business, evidenziando come la parola più ricorrente fra le intervistate di successo italiane sia “energia”, importante per automotivarsi, motivare il proprio team e raggiungere risultati.

Tutta musica per le orecchie della vera promoter del premio “Merito e talento” Aldai, Paola Poli. ”Ora, le premiate di quest'anno entreranno nella giuria del premio 2016 e potranno spingere altre donne verso un meritato riconoscimento pubblico”, ha detto. Potranno anche consegnare alla donna più di talento del loro team il Master24 Management e Leadership donato dalla Business School del Sole 24 Ore, per far salire sull'ascensore della carriera un'altra collega di talento. “Time to give back”, tempo di ridare quello che si è ricevuto, dice sempre la presidente di Valore D, Claudia Parzani, madrina dell'edizione 2014 del premio. Fra il pubblico e le premiate, molte le socie della Fondazione Bellisario, di Pwa, di Valore D e le partecipanti dei corsi In the Boardroom di Valore D e GE e del corso executive del Sole 24 Ore per membri di cda e collegi sindacali. Il valore del network è sempre più fondamentale, per costruire relazioni e autostima. La premiazione di Milano l'ha dimostrato, una volta di più.

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