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Il paradosso del «Qe»: dopo un mese la Bce non può più…

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dopo un mese di acquisti

Il paradosso del «Qe»: dopo un mese la Bce non può più comprare alcuni titoli di Germania, Olanda e Finlandia

Il 9 marzo è partito il quantitative easing della Banca centrale. Con questa manovra l’istituto guidato da Mario Draghi ha iniziato ad acquistare bond governativi dell’Eurozona al ritmo di 45 miliardi di euro al mese, a cui aggiungere altri 15 miliardi in titoli privati. Nel complesso si tratta di 60 miliardi al mese, impiegati almeno fino a settembre 2016, per un totale di almeno 1.140 miliardi. Gli effetti sui mercati non si sono fatti attendere con, come da copione, Borse in rialzo, euro in calo, e tassi sui bond governativi dell’Eurozona in calo.

Su alcuni titoli, però, stiamo assistendo a un piccolo paradosso. I tassi sono scesi talmente tanto che la Bce tecnicamente non può più acquistarli. Le regole del «Qe» stabilite dalla Bce prevedono infatti tre paletti: 1) vengono acquistati titoli sul mercato aperto con scadenze comprese fra 2 e 30 anni; 2) l’importo massimo mensile è di 45 miliardi; 3) non possono essere acquistati con un tasso inferiore a quello sui depositi stabilito dalla Bce.

Quanto a questo terzo punto, il tasso sui depositi stabilito dalla Bce è al momento fissato a -0,2 per cento. Una misura intrapresa per scoraggiare le banche a parcheggiare la liquidità in eccesso presso la Bce e spronarle a immettere denaro nell’economia reale. Ciò vuol dire che i bond governativi dell’Eurozona, quotati sul mercato secondario, con scadenza compresa fra 2 e 30 anni che abbiano un tasso ancor più basso di -0,2%, sono tecnicamente esclusi dalla possibilità di acquisti della Bce.

Ci sono titoli che quotano su livelli ancor più negativi della soglia di -0,2 per cento? Sì, e riguardano tre Paesi dei 19 che compongono l’Eurozona. In questo momento i bond a 2 anni della Germania “pagano” un rendimento pari a -0,267 per cento. Così come i titoli a 3 anni che offrono un rendimento pari a -0,233 per cento. Quindi, la Bce non può acquistare titoli tedeschi nell’esercizio della sua manovra di «Qe» per scadenze di 2 e 3 anni (va precisato che la Germania beneficia di tassi negativi per scadenze su titoli con durate fino a 7 anni ma dai 4 anni in poi il rendimento è sopra la soglia di -0,2% e quindi rientra nella sfera di azione del «qe»).

Oltre alla Germania, sono in questa situazione anche Finlandia e Olanda, ma solo su scadenze fina a due anni. I titoli biennali del governo di Helsinki prezzano un rendimento di -0,23%, quelli di pari durata olandesi di -0,213 per cento. Esclusi anche questi. Mentre l’Austria è vicinissima, con un rendimento sui bond a 2 anni di -0,197%, a entrare nel club dei Paesi talmente privilegiati dal «Qe» e dal momento storico di tassi bassi, da essere paradossalmente esclusi in parte dalla coperta della Bce.

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