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Vivendi a un passo da Dailymotion e quei rumor su Sky

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Vivendi a un passo da Dailymotion e quei rumor su Sky

  • –Marco Moussanet

Parigi

E se fosse Sky il bersaglio grosso che ha nel mirino Vincent Bolloré, in cerca di prede per Vivendi? Voci in questo senso, rilanciate dall’agenzia di stampa Reuters, sono circolate ieri sera. Anche se fonti vicine all’imprenditore bretone, che ha recentemente rafforzato la propria posizione di primo azionista del big francese di entertainment (a sua volta prossimo primo azionista di Telecom Italia) salendo al 12%, smentiscono: «È falso, attualmente non c’è nulla». Intanto Vivendi compra la piattaforma video Dailymotion e Bolloré posa il primo mattone della sua strategia di ricostruzione del gruppo. Alla vigilia di un’assemblea (il 17 aprile) che si preannuncia tesa per l’annunciata contestazione da parte di alcuni azionisti di minoranza.

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PARIGI

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Ieri pomeriggio, appena dopo la chiusura della Borsa, Orange (l'ex monopolista pubblico France Télécom, di cui lo Stato è tutt'ora il primo azionista con il 24,9%) ha annunciato di essere entrata nella fase di negoziato esclusivo con Vivendi per la cessione dell'80% di Dailymotion. L'offerta, che verrà sicuramente accettata, è di 217 milioni, per una valorizzazione della società pari a 265 milioni.

Quella di Dailymotion è la tipica storia di una buona idea (e di una bella azienda) che però non trova in Francia (e in Europa) il contesto finanziario e di mercato necessario a uno sviluppo in linea con le sue potenzialità. Se fosse nata negli Stati Uniti il percorso sarebbe insomma stato diverso. E' comunque riuscita a farsi spazio, diventando (con 2,5 miliardi di video visti al mese e un fatturato di 64 milioni realizzato all'80% all'estero, in particolare in Asia e proprio negli States) l'unico concorrente di un qualche peso all'americana YouTube. Anche se certo rispetto a quest'ultima rimane un nano.

Per questa ragione, Orange (che ha rilevato la piattaforma, nata nel 2005, in due fasi, nel 2011 e nel 2013) cerca da tempo un partner industriale e finanziario in grado di garantirne la crescita. Convinta anche della mancanza di sinergie tra Dailymotion e le telecom. Un primo tentativo (con Yahoo!, che aveva offerto 297 milioni per il 75%) era fallito due anni fa per l'opposizione del Governo. E un secondo (con il gruppo di Hong Kong Pccw) nei giorni scorsi per lo stesso motivo. Nel frattempo era paradossalmente saltata, un anno fa, anche una trattativa con Canal+ (controllata da Vivendi).

Ma ora la strada sembra tutta in discesa. Il Governo è soddisfatto perché si è trovata una soluzione francese. Orange (che conserva per ora il 20%) ottiene più o meno quello che si aspettava. E Vivendi mette le mani su una “piattaforma mondiale di distribuzione che consente di valorizzare ina maniera significativa la propria produzione di contenuti”. Quelli appunto cinematografici di Canal+ e quelli musicali di Universal Music. “E' una prima tappa – ha commentato Bolloré – del nostro progetto ambizioso di creare un grande gruppo mondiale di media e contenuti”.

E senza praticamente intaccare una tesoreria che, dopo la distribuzione straordinaria agli azionisti, sarà ancora superiore ai 10 miliardi (grazie alle cessioni di Sfr, Maroc Télécom, Activision Blizzard e Gvt).

Un tesoro al quale si aggiunge ovviamente la capacità di indebitamento (attualmente azzerato) e che, almeno sulla carta, non rende impossibile l'operazione Sky, visto che il gruppo di pay tv controllato al 39% dalla Twenty-First Century Fox di Rupert Murdoch (presente in Gran Bretagna, Germania, Italia, Austria e Irlanda) ha una capitalizzazione di circa 23 miliardi. Ma equivarrebbe a prosciugare le risorse mettendo tutte le uova nello stesso paniere e non sembra essere questa la strategia di Bolloré.

Una cosa è sicura: la campagna acquisti di Vivendi non si limiterà a operazioni delle dimensioni di Dailymotion. Il salto di qualità avverrà con un'acquisizione davvero importante, in grado di riportare Vivendi ai livelli di fatturato precedenti alle cessioni delle attività di telecom (circa 30 miliardi rispetto agli attuali 10).

Anche se le fonti vicine a Bolloré assicurano che questo avverrà più avanti, quando il gruppo avrà incassato i proventi delle ultime cessioni (la quota restante di Sfr e Gvt) e si sarà stabilizzato. Probabilmente in autunno, o comunque entro fine anno. Ma certo con Bolloré le sorprese non sono mai da escludere.

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