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Wdf, spunta la penale di 100 milioni

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Wdf, spunta la penale di 100 milioni

  • –Marigia Mangano

Entra nel vivo il passaggio del controllo di World Duty Free . Dufry, il gruppo svizzero che ha annunciato nelle scorse settimane di aver siglato un accordo per acquistare il pacchetto del 50,1% di Wdf dalla famiglia Benetton, ha convocato l’assemblea degli azionisti sull’ operazione per il prossimo 29 aprile. In quella occasione la società elvetica sarà chiamata a esprimersi su un aumento di capitale da 2,2 miliardi di franchi (2,1 miliardi di euro) a servizio dell’acquisizione del pacchetto di controllo del gruppo di Ponzano Veneto. Il via libera dei grandi azionisti del gruppo elvetico rappresenta così un passo obbligato per poter poi procedere con la conquista di Wdf. Tanto che dai documenti predisposti dal gruppo elvetico in vista della riunione dei soci, emerge una sorta di “penale” nel caso in cui, per qualsiasi motivo, la ricapitalizzazione non dovesse andare in porto: «Dufry dovrà pagare al venditore una commissione di 100 milioni di euro in caso l’assemblea non approvi l’aumento di capitale».

Insomma, la cessione di Wdf è appesa all’esito dell’assemblea di fine aprile del gruppo elvetico.

Nel dettaglio a fine marzo Dufry ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Edizione della famiglia Benetton per acquistare il 50,1% delle azioni di Wdf a un porezzo per azione pari a 10,25 euro. Lo schema dell’operazione prevede che il passaggio di mano si perfezioni in due step.

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Prima, subito dopo il via libera degli azionisti di Dufry, è previsto il completamento della transazione del pacchetto di controllo, passaggio atteso nel terzo trimestre di quest’anno. In seconda battuta, poi, sarà lanciata un’offerta pubblica di acquisto sul resto del capitale di World Duty Free allo stesso valore di 10,25 euro. Tuttavia, il prezzo offerto, nonostante esprima un premio del 22% sulle quotazioni degli ultimi sei mesi e valorizzi Wdf 13 volte il margine operativo lordo, non ha entusiasmato il mercato. Tanto che il titolo viaggia sotto il valore dell’offerta e ieri ha chiuso a 10,03 (+0,10%)

L’acquisizione valorizza il 100% di Wdf 3,6 miliardi di euro (compresi 970 milioni di debiti) e sarà finanziata per 2,1 miliardi attraverso l’aumento di capitale e per 1,5 miliardi a debito. La proposta di ricapitalizzazione del gruppo svizzero può già contare su un impegno a votare a favore da parte di azionisti pari al 30% del capitale e sulla garanzia offerta a sottoscrivere nuove azioni fino a 1,35 miliardi da parte dei fondi sovrani di Sigapore Gic e Temasek e di quello del Qatar Qia. Il gruppo di azionisti in questione ha già fornito impegni irrevocabili di voto in assemblea a favore dell’approvazione dell’aumento di capitale di cui sopra. Basterà? Sulla carta il gruppo svizzero è stato scelto per la valenza strategica dell’integrazione del business del travel retail aeroportuale a livello internazionale. Ma è altrettanto vero che già anni fa Dufry aveva intavolato trattative, poi arenatesi. L’appuntamento dei soci di fine aprile appare dunque cruciale per capire il destino di Wdf.

La cessione di Wdf, nata dalla scissione con Autogrill, è un ulteriore tassello della profonda trasformazione che ha interessato negli ultimi anni la galassia che fa capo alla famiglia Benetton. La rivoluzione è partita a febbraio del 2012 con il delisting della Benetton abbigliamento, è proseguita con la fusione Adr-Atlantia per poi continuare con la scissione di Autogrill. Tutto questo mentre anche la holding a cui fa capo Atlantia, Sintonia, controllata dai Benetton e partecipata da Mediobanca, Goldman Sachs e Gic, ha annunciato la scissione, che sarà perfezionata prima dell’estate.

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