Finanza & Mercati

Veneto Banca, assemblea tesa ma il bilancio passa: ora il partner

  • Abbonati
  • Accedi
oggi l’assemblea

Veneto Banca, assemblea tesa ma il bilancio passa: ora il partner

Più del malessere, pesante e palpabile, ha prevalso l’attaccamento alla banca. Così, dopo cinque ore di assemblea scandite dalle lamentele - talvolta gridate - per le azioni non solo svalutate ma nei fatti congelate perché semi-invendibili, il bilancio 2014 di Veneto Banca è passato con il 92% dei voti favorevoli, e altrettanto bulgaro è stato l’esito della votazione sul nuovo valore - più basso del 22,8% - dell’azione.

Epilogo probabile ma non scontato di un’assemblea che ha visto la presenza di 5mila persone nella tensostruttura di Volpago del Montello e preceduta da polemiche a tratti violente. C’era chi temeva addirittura problemi di ordine pubblico, alla fine non si è andati oltre a qualche parola grossa ogni tanto, a metafore colorite e al difficile racconto di chi si trova con somme importanti immobilizzate da anni.

Il film è quello di tutti gli anni. Il maxi ingorgo sulla provinciale che converge da Montebelluna e sull’altra che arriva da Treviso, il grande tendone bianco, le migliaia di auto (molti suv) parcheggiate nei prati, un furgone della polizia e un altro dei carabinieri perché non si sa mai. Il presidente, Francesco Favotto, avvia i lavori alle 9,15, non appena si raggiunge il numero legale. Un’ora dopo, quando i soci riuniti sono già 3.900 ma fuori c’ ancora la coda di auto, si apre il primo dibattito sul rinnovo di quattro consiglieri, ma la socia che si presenta al microfono parte dal tema delle azioni: “Da gennaio 2014 ho chiesto di poter vendere le mie 25mila azioni, ma per ora mi sono vista rimborsare solo le 300 di mia madre”, denuncia. Si entra subito nel vivo, applausi, qualche schiamazzo.

Poi, si parte con l’analisi del 2014. Prima parla Favotto, che in realtà parte dalle perquisizioni di febbraio nell’ambito delle indagini su Consoli e Trinca e mette subito in chiaro che il direttore generale gode della fiducia del consiglio e quindi resta. Quindi, la riforma delle popolari: “La prevedibile maggiore contendibilità degli istituti popolari a valle della loro trasformazione in Spa impone di essere reattivi, pronti e scattanti”, dice Favotto: “Non ha senso aspettare”. Tra i numeri del 2014 snocciolati prima da Favotto e poi da Consoli il bilancio in rosso dopo l’effetto Bce, il nuovo piano industriale e - soprattutto - la scelta di ridurre del 22,8% il valore delle azioni a 30,5 euro: “Non è espressione dell’effettivo valore della banca per qualsivoglia finalità - spiega Favotto - e non tiene conto dell’impatto della riforma e delle conseguenze sul valore della banca del possibile nuovo status di società per azioni”. Come dire: quel che succederà avrà il suo impatto anche sul valore delle azioni, un concetto ribadito da Consoli quando sfoglia la rosa delle possibilità sul campo - stand alone, nozze con quotata o con non quotata - e ricorda come “la banca è sempre stata negoziatore, cioè facilitatore dell’incrocio tra le domande di acquisto e vendita” delle azioni, anche se “la Bce ha imposto di ridurre l’utilizzo del fondo di riacquisto azioni proprie”, spiegando così perché i flussi sono rallentati.

Applausi, qualche fischio, la tensione c’è ma forse è un po’ meno alta dei timori della vigilia. Franco Bisa, primo a intervenire, chiede spiegazioni sul fondo azioni proprie, Leo Pillon dice che “é il momento di fare quadrato”, Giorgio Bortoli vede Veneto Banca come “una nave incagliata, ma non ci sono falle. Dobbiamo credere nella banca!”, Alfio Strozzi da Novara invece non ci crede più: “Basta, vado via da questa banca”. Nel dibattito intervengono anche imprenditori di peso come Andrea Tomat di Lotto e Luca Ferrarini dell’omonimo gruppo agroalimentare, tra i potenziali candidati per costituire il nocciolo duro dell’azionariato in versione Spa: ci vorrà del tempo, ma non troppo se è vero che “potremmo ritrovarci qui dopo l’estate a decidere del nostro futuro”, come dice Consoli facendo riferimento sia alla Spa che alla possibile integrazione. Arriva la pioggia e finisce per annacquare la tensione: alle 3 in sala sono rimaste poco più di mille persone quando si vota e si archivia anche questa pagina della storia di Veneto Banca.

@marcoferrando77

© Riproduzione riservata