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Volkswagen, si dimette Piëch

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Volkswagen, si dimette Piëch

  • –Andrea Malan

Ferdinand Piëch lascia la presidenza del consiglio di sorveglianza della Volkswagen e abbandona il consiglio insieme alla moglie Ursula: ultimo atto clamoroso della battaglia al vertice del maggior gruppo europeo dell’auto, battaglia che Piëch ha condotto prima contro l’amministratore delegato Martin Winterkorn, suo ex pupillo, e poi contro tutti gli altri vertici del consiglio di sorveglianza; tra questi è compreso il cugino Wolfgang Porsche, il quale guida l’altro ramo della famiglia che controlla il 50,1% dei diritti di voto dell’azienda.

La notizia delle dimissioni di Piëch è stata data ieri pomeriggio da un laconico comunicato del gruppo di Wolfsburg: «Il presidente del consiglio di sorveglianza, Professor Dottor Ferdinand Piëch, ha annunciato l’abbandono con effetto immediato della presidenza del consiglio stesso e anche del suo posto in consiglio, oltre che di tutte le cariche nelle altre società del gruppo. Lo stesso ha annunciato Frau Ursula Piëch. Il vice presidente del consiglio di sorveglianza, Berthold Huber, assumerà la carica di presidente ad interim». Il consiglio di sorveglianza in Germania è nominato dagli azionisti, con un rappresentanza significativa anche dei sindacati.

Il colpo di scena delle dimissioni di Piëch, che era stato amministratore delegato di Vw dal 1993 al 2002 e che da allora guidava il consiglio di sorveglianza, arriva dopo due settimane di fuoco ai vertici del gruppo. La prima bordata era stata sparata dallo stesso Piëch, che in un’intervista a Der Spiegel aveva detto di aver «preso le distanze» dal top manager Winterkorn; il destino di quest’ultimo sembrava segnato, ma nel corso di una riunione straordinaria tenutasi la settimana scorsa a Salisburgo, ovvero di fatto a casa Piëch, Winterkorn era stato difeso da Porsche e dai rappresentanti del Land della Bassa Sassonia (secondo azionista di Vw con il 20% circa), oltre che dai sindacati. Al meeting era seguito un comunicato che riconfermava Winterkorn fino alla fine del suo mandato, prevista per fine 2016, e ne annunciava anche la riconferma.

Anche dopo quel colpo di scena molti mettevano in dubbio l’esito finale della battaglia: secondo la stampa tedesca, Piëch ha tentato nuovamente di rovesciare l’esito di quella riunione e di licenziare Winterkorn prima dell'assemblea dei soci Vw prevista per il prossimo 5 maggio. La sconfitta di Piëch sembra però ormai chiara. Resta tuttavia un interrogativo fondamentale: cosa ha spinto il vecchio padre padrone di Vw ad innescare lo scontro al vertice con il manager con cui un tempo si intendeva a occhi chiusi? E restano da gestire le conseguenze del vuoto di potere, con il gruppo di fronte a un cambiamento epocale; anche dopo la partenza di Piëch, la posizione di Winterkorn resta in realtà in bilico: non è detto che un nuovo presidente non decida di rinnovare anche la maggiore carica operativa. Il 67enne Winterkorn è alla guida del gruppo Volkswagen dal 2007, lo ha pilotato attraverso la crisi e gestito una forte crescita di vendite e ricavi: Vw punta a conquistare la leadership mondiale nel settore, sorpassando Toyota. Di recente però la scarsa redditività della marca ammiraglia Vw e le difficoltà sul mercato Usa, oltre che il ritardo nel lancio di un’auto low cost, hanno portato il top manager nel mirino.

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