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Il rally di Borsa spinge il trading online: +20%. Ma il franco…

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Il rally di Borsa spinge il trading online: +20%. Ma il franco svizzero sgambetta chi opera nel forex

Sono stati anni duri, gli ultimi, per il trading online italiano. Ma finalmente le cose hanno iniziato a cambiare e s'intravedono qua e là segnali positivi. L'occasione per fare il punto della situazione sullo stato della negoziazione telematica di titoli finanziari nel nostro Paese è stato il più importante evento italiano del settore l'ITForum di Rimini, in programma nella città adriatica il 21 e 22 maggio.

Il punto di partenza sono le Borse: l'andamento del trading, inteso come settore, è strettamente legato alla situazione del mercati. Ciò significa che lunghi periodi di rialzo spingono i trader mediamente attivi ad operare con maggiore intensità; questo significa più ordini e, quindi, fatturati più corposi per broker online e società di servizi (vendita di dati di borsa, software house specializzate, etc.), che a loro volta investono e offrono di più ai trader. Al contrario, mercati laterali o ribassisti fermano il trader medio e lasciano spazio a pochi scalper ed “heavy” navigati e tutto il settore si contrae e si consolida.
Ebbene, negli ultimi due anni di contrattazioni, (al 18 maggio) l'indice statunitense S&P500 ha guadagnato il 27,30% mentre il FTSE Mib italiano ha portato a casa un rialzo di ben il 32,19%. L'equivalente, per i surfisti, dell'onda perfetta.

Un conferma arriva da Vincenzo Tedeschi, direttore generale di Binck Bank Italia, filiale dell'omonimo broker quotato ad Amsterdam: “Il 2014 è stato un anno molto positivo per il settore del trading online, ed il primo trimestre 2015 è andato ancora meglio. Il rialzo dei corsi di borsa e dei titoli di Stato, supportato dalle politiche monetarie della banca centrale europea, ha generato euforia sui mercati. Questa euforia dovrebbe rientrare nel corso dell'anno”. Daniele Ponzinibbi, responsabile italiano del Forex broker AvaTrade, segnala a sua volta un buon periodo: “Le richieste di informazioni negli ultimi 12 mesi sono aumentate almeno del 50% e il business direi di circa il 20%”. E un esempio di investimenti in nuovi servizi è la web tv in streaming di Binck (www.binck.tv), seguito ogni settimana da una media di circa 10mila spettatori.

Ulteriori conferme arrivano dai bilanci resi disponibili da qualche broker (quotati e non), dalla ricerca annuale dell'ITForum dalla banca dati dell'Annuario del Trading Online Italiano (www.AnnuarioTrading.it). Da quest'ultima infatti emerge come nel 2013 vi fossero 109 broker autorizzati da Consob a operare in Italia, diventati 129 nel 2014. Analizzando in dettaglio, le banche online specializzate nel trading sono rimaste 7, le Sim sono diminuite di un'unità (Nuovi Investimenti ha chiuso l'attività di trading verso privati) e un Forex broker estero ha chiuso la succursale, mentre sono sbarcati in Italia 8 nuovi Forex broker e ben 17 broker specializzati in opzioni binarie, obbligati da Consob a regolarizzare l'attività precedentemente svolta senza autorizzazione. Il trend è quindi di una presenza più stabile e radicata nel nostro Paese, piuttosto che quella di servizi offerti solo via web.

Nel 2015, però, un elemento esterno è giunto a perturbare il momento favorevole: si tratta dello scossone dato a gennaio dalla banca centrale svizzera al rapporto franco-euro eliminando il tetto minimo di fluttuazione di 1,20 e portando repentinamente il cambio a 1,04. L'evento non solo ha colpito fortemente i trader esposti in senso contrario, ma soprattutto i Forex broker internazionali, a loro volta esposti con ingenti coperture. Alpari UK ha chiuso i battenti, FXCM si è salvato in extremis grazie a un costoso prestito-ponte da 300 milioni di euro, Oanda (come FXCM quotato negli USA) ha ammesso grandi difficoltà e così gran parte dei grandi broker, per una perdita stimate per il settore di almeno 1 miliardo di dollari. Situazione che ha dato il via a una raffica di acquisizioni a basso prezzo, con il rampante finanziere israeliano Teddy Sagi in prima linea. Attraverso le sue controllate Playtech (giochi online) e Safecap ha acquisito tra gli altri TradeFX (per 224 milioni di dollari), Markets.com e sarebbe in trattative avanzate con AvaTrade, IronFX e altri.

Contestualmente, in Italia IWBank è stata incorporata in UBI Banca Private Investments (cioè con la rete di promotori di UBI Banca) e Webank nella capogruppo BPM, senza ovviamente dimenticare la quotazione in borsa di Fineco, avvenuta a giugno dello scorso anno, che ha portato a una capitalizzazione della banca del gruppo Unicredit di oltre 2,2 miliardi di euro, con richieste di quasi tre volte l'offerta e che dai 3,7 euro per azione del collocamento viaggia in questi giorni ben oltre 7 euro.

I bilanci poi danno altre preziose indicazioni sullo stato del trading. La torinese Directa, per esempio, è una Sim specializzata e attiva dal 1995-96, da sempre in utile. Negli ultimi anni l'utile si era però assottigliato progressivamente, toccando il minimo nel 2013 con poco più di 300mila euro; nel 2014 è invece raddoppiato toccando quota 455.937 euro. Il numero eseguiti registrato è stato di 4,3 milioni (+10,3%) e i clienti operativi sono ora 17.542 (+229 unità). “Il 2015 è stato ancora un anno piuttosto difficile per l'intero settore del trading on line – ha dichiarato Mario Fabbri, amministratore delegato di Directa – ma ci conforta anche il buon inizio del 2015”.

Fineco, che ha un'attività molto estesa ed articolata e non è focalizzata soltanto sul trading, nel 2014 ha registrato un utile complessivo di 150 milioni di euro, con uno spettacolare +75,9% anno su anno, e 103mila nuovi clienti, con una raccolta netta di 4 miliardi (+61,1%). Nel primo trimestre 2015 l'utile è stato di 47,8 milioni. Binck, in Italia da tre anni, non offre servizi bancari ma è focalizzata solo sul trading; a livello di gruppo ha realizzato un utile 2014 di 57,5 milioni di euro (55,2 milioni nel 2013); in Italia a fine 2014 ha dichiarato 4.206 clienti e asset in deposito per 452 milioni di euro. Infine IWBank – che offre anche servizi bancari - nel 2014 ha registrato un utile di 5,5 milioni di euro (2,3 milioni nel 2013); tuttavia la raccolta è calata (5,3 miliardi nel 2014 contro i 5,9 miliardi del 2013), come pure il numero di eseguiti (-4%).

Numeri che, complessivamente, appaiono più che positivi. Un ultimo tassello lo aggiungono poi le rilevazioni sul profilo dei trader dell'ITForum di Rimini, che come ogni anno elabora le risposte volontarie di iscritti e partecipanti all'evento, in questo caso 840, dei quali il 66% dichiara di operare da almeno 7 anni. Alla domanda relativa al livello di soddisfazione del proprio broker, le risposte “molto” e “abbastanza soddisfatto” hanno rappresentato il 65% del totale del campione, mentre neutro è stato il 22% e negativo il 13%. Numeri da leggere come un ampio margine di miglioramento possibile, per usare un eufemismo, in particolare per piattaforme, didattica e supporto alle decisioni di trading. Da sottolineare come la soddisfazione sia maggiore per le Sim specializzate. Il 25% dei trader poi utilizza anche apparecchi mobili per operare, mentre il 40% dichiara di aver sospeso, ridotto o modificato l'operatività a seguito dell'inserimento della Tobin Tax. Infine, circa il 75% dichiara di aver guadagnato negli ultimi 12 mesi: sarà vero?

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