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Energia, bilanci positivi per i gruppi quotati

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la stagione delle trimestrali

Energia, bilanci positivi per i gruppi quotati

Il mercato energetico, soprattutto sul fronte della produzione termoelettrica, resta in forte difficoltà e caratterizzato da domanda e prezzi all'ingrosso ancora su livelli molto bassi. Tuttavia, le trimestrali dei principali gruppi quotati italiani – da Enel alle grandi multiutility fino alle realtà più piccole – mostrano bilanci in crescita, anche grazie all'eliminazione della Robin Hood Tax (la tassa sugli utili realizzati dai produttori di energia dichiarata di recente incostituzionale) e alle efficienze messe a punto negli ultimi anni per far fronte al calo dei margini sulle attività caratteristiche.

Enel brilla con utile ordinario ed efficienze sui costi
Enel ha chiuso il primo trimestre con ricavi in crescita del 9,8% a 19,97 miliardi spinti soprattutto dall'America Latina, un ebitda a 4,023 miliardi (+0,8%) e un ebit a quota 2,625 mld(+2,4%). L'utile netto è in flessione del 6,7% (810 milioni), ma risente dell'effetto della cessione, a fine 2014, del 21,92% di Endesa mentre i profitti netti ordinari, sui quali viene calcolata la cedola, sono in aumento del 7,3 per cento. La crescita è stata trainata dalla significativa performance della rinnovabili, dall'andamento del mercato retail in Italia, dal forte recupero in America Latina e delle attività in Spagna. Non solo: il mercato (il giorno della diffusione dei conti il titolo è balzato del 4%) ha apprezzato i progressi fatti nella riduzione del capitale circolante e le efficienze sui costi (l'ad Starace aveva annunciato 1,6 miliardi di risparmi da un efficientamento dell'organizzazione nell'arco del piano 2015-19).

Multiutility/1, per A2A e Iren balzano gli utili
In attesa di possibili aggregazioni grazie agli incentivi messi a punto dalla Legge di Stabilità, le grandi multiutility quotate (ovvero le ex municipalizzate) hanno messo a segno un primo trimestre in netta crescita. A partire da A2A, che ha registrato ricavi in calo del 5% a 1,379 miliardi, ma anche un margine operativo lordo arrivato a 337 milioni (+10,5%, con contributi positivi da tutte le filiere), un risultato operativo netto di 228 milioni (+25,3%) e un risultato netto di gruppo balzato del 46,3% a 117 milioni; anche il debito è calato a 3,3 miliardi. Numeri “sopra le attese” per gli analisti di Intermonte, che hanno alzato dell'8% le stime sull'utile per azione 2015. Giudizio positivo anche da Equita che nota come i numeri del trimestre aumentino la visibilità sui risultati dell'intero 2015. Bene anche Iren, che nel primo trimestre ha realizzato un fatturato di 919,1 milioni (+1,8%), un margine operativo lordo di 211,4 milioni (+4%), un risultato operativo di 133,2 milioni (+3,5%) e un utile netto pari a 58,6 milioni (in aumento del 14,2% sul primo trimestre 2014). I debiti netti sono calati di 114 milioni a 2,172 miliardi rispetto al 31 dicembre 2014. Particolarmente positive, per la multiutility controllata dai Comuni di Torino, Genova, Parma e Reggio Emilia, sono state le performance del settore idrico (ricavi +10,9%) e del settore ambiente (ricavi +107,2% grazie al consolidamento di Amiat, la società che gestisce la raccolta e l'avvio a smaltimento dei rifiuti a Torino).

Multiutility/2, la Hera “privata” cresce ancora
Se A2A e Iren sono più focalizzate sulla produzione di energia, Hera e Acea sono tradizionalmente più attive sul lato della vendita. Hera ha chiuso il primo trimestre con un incremento del 7,1% dei ricavi, pari a 1,31 miliardi, un mol a 277,2 milioni (+1,1%) e un utile netto di 92,5 milioni, in aumento del 3,8%, a fronte di una posizione finanziaria netta che è calata a 2,55 miliardi. Numeri in miglioramento, dunque, che sono tuttavia passati in secondo piano davanti all'importante modifica della governance approvata nelle ultime settimane, con la quota pubblica vincolata al patto che è scesa dal 51% al 38%: un passaggio che molti operatori si augurano avvengano per altre ex muncipalizzate.
Per quanto riguarda Acea, nel primo trimestre i ricavi sono calati del 2,4% a 761 milioni, il mol si è attestato a 177,4 milioni (+7%), l'ebit a 104,1 milioni (+4,2%) e l'utile netto a 50,5 milioni, in crescita del 13,5%, a fronte di un indebitamento netto lievitato leggermente a 2,139 miliardi. Il gruppo, in ogni caso, ha confermato “un forte impegno nella razionalizzazione ed efficientamento dei processi operativi di tutte le aree”. Obiettivi che saranno perseguiti anche “attraverso un importante sviluppo dei sistemi informativi che consentirà, entro il 2016, di gestire le reti e fornire servizi in modo innovativo”.

Edison in rosso, sconta l'attesa delle rinegoziazioni gas
Edison è un capitolo a parte perché è molto esposta sui contratti gas a lungo termine e sconta, nella trimestrale, l'attesa per la rinegoziazione sulla fornitura libica con Eni, che dovrebbe chiudersi nel secondo semestre. Così, a fronte comunque della conferma dei target per il 2015 (in particolare del mol a 1 miliardo di euro), i primi tre mesi dell'anno si sono chiusi con ricavi di vendita in calo a 3,14 miliardi (-9%), un mol di 51 milioni (da 216 milioni) e un risultato netto di gruppo negativo per 153 milioni (dall'utile di 101 milioni del 2014). Il debito netto è calato a 1,6 miliardi dagli 1,76 di fine 2014. Il mol, sottolinea infatti la società, sconta l'attività di compravendita del gas che risente ancora pesantemente del non allineamento del costo di approvvigionamento del gas attraverso i contratti long-term ai prezzi di mercato.

Anche le “piccole” utility in forte crescita
Acsm-Agam è indicata dagli analisti tra le “indiziate” per un'aggregazione con A2A. Nel frattempo, ha chiuso il primo trimestre con un utile netto in crescita a 8,8 milioni da 3,9 milioni del primo trimestre 2014. I ricavi sono cresciuti lievemente a 84,5 milioni, da 81,9 milioni, per effetto soprattutto delle vendite di gas e del riscaldamento, mentre il margine operativo lordo è salito a 16,7 milioni (+24,4%). Performance positiva anche per Ascopiave che vanta un risultato operativo di 28,6 milioni (da 26,7 milioni), un utile netto consolidato di 22,8 milioni (da 19 milioni) e una posizione finanziaria netta di 113,2 milioni (da 129,7 milioni di fine 2014). Infine c'è TerniEnergia, che nel primo trimestre ha visto i ricavi balzare a 68,6 milioni (dai 10 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso) grazie al consolidamento della società Free Energia. Anche il mol è salito del 13,7% a 5,19 milioni mentre l'utile netto è raddoppiato a 1,16 milioni.

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