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Ior, Francesco blocca il progetto di una Sicav a Lussemburgo

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finanze vaticane

Ior, Francesco blocca il progetto di una Sicav a Lussemburgo

Il dossier era arrivato fino al tavolo del Papa, nella stanza 201 della Domus Sanctae Marthae, da dove Francesco guida la Chiesa Universale. E conteneva il progetto che prevedeva la costituzione da parte dello Ior di una Sicav – fondo di investimento a capitale variabile – a Lussemburgo. Ma il Papa lo ha bocciato.

L'idea della costituzione di una Sicav per la gestione di una parte dei fondi affidati allo Ior era stata in precedenza approvata dal Consiglio di sovrintendenza, il “board” laico dello Ior, presieduto da Jean Baptiste de Franssu, ma poi si era bloccata una volta approdata sul tavolo della commissione cardinalizia di vigilanza, la “parte superiore” della governance duale del Torrione Niccolò V, presieduta dal cardinale Santos Abril Y Castello, e della quale fanno parte tra gli altri il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e il cardinale Jean Louis Tauran, molto stimato dal Papa che lo ha confermato nel consiglio dell'istituto di cui fa parte da molti anni. A quel punto è stato deciso di sottoporlo direttamente al Pontefice che ne ha decretato la bocciatura. Con questa decisione Bergoglio probabilmente ha voluto in qualche modo ribadire ancora una volta che lo Ior – che nel 2013 ha gestito fondi per circa 6 miliardi e può contare su un capitale proprio di 720 milioni - deve tornare alla missione originaria di assistenza alle opere di religione, evitando di avventurarsi in strumenti sofisticati, anche se del tutto legali e anche (spesso) efficaci. Insomma nessuna deviazione verso modelli di “investment bank”, che negli anni passati erano stati spesso adottati dallo Ior.

Nel processo di riforma degli enti economici del Vaticano, che ha visto la nascita della Segreteria per l'Economia e del Consiglio per l'Economia, lo Ior ha mantenuto integra la sua struttura organizzativa, mentre circa un anno fa era stato in qualche modo ipotizzata una riforma destinata a separare le attività di servizio da quelle di asset management. Questa riforma – che ad un certo punto aveva portato ad ipotizzare addirittura la nascita di una sorta di “Fondo Sovrano”, evoluzione dell'originario progetto del Vatican Asset Management destinato ai portafogli finanziari - poi non si è fatta, e il processo di riforma complessivo delle finanze è ancora un cantiere aperto

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