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Fifa: ecco i conti dorati (e opachi) del forziere di Blatter

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calcio, business e scandali

Fifa: ecco i conti dorati (e opachi) del forziere di Blatter

Ogni minuto in cui le lancette dell’orologio hanno scandito le parole di impacciata autodifesa di Sepp Blatter, il tassametro della cassa della Fifa segnava un conto da 12.500 dollari. La due giorni (notti comprese) del Congresso del Gotha del calcio mondiale costa infatti ogni anno al bilancio della Fifa la bellezza di 36 milioni di dollari. Tanto era costata l’assise del 2014, tanto e forse più è costata quella di Zurigo di questi giorni. È solo una delle voci più emblematiche di quel Paese di Bengodi che è la Federazione del calcio internazionale. Del resto perché stupirsene. In fondo è lo specchio malato del calcio dagli emolumenti stellari. E se girano così tanti quattrini tra diritti tv, marketing, biglietti e sponsorship la Fifa finisce per esserne il beneficiario per eccellenza.

È un santuario, monopolista del business più bello e (caro) del mondo. In fondo quei 36 milioni spesi ogni anno per la due giorni di assise sono minutaglie in un bilancio che ha visto entrate solo nel 2014 per oltre 2 miliardi di dollari. La Coppa del mondo in Brasile ha portato fortuna solo alla Fifa che ha visto quell’anno incrementare i ricavi di 700 milioni. Meno al Brasile che è entrato da allora in stagnazione. Coppa ricca solo per la multinazionale del football. Ma i soldi grondano come se piovesse dalle parti di Blatter e soci in qualsiasi annata, anche senza l’evento per eccellenza. Dal 2011 al 2014 i ricavi sono sempre saliti: erano poco più di un miliardo nel 2011 sono stati di 2,1 l’anno scorso per un totale cumulato di 5,7 miliardi nel quadriennio. Non che prima andasse peggio. Dal 2007 al 2010 le entrate per l’organizzazione, oggi al centro dello scandalo tangenti, sono sempre aumentate collezionando 4,19 miliardi nei quattro anni.

Sono gli anni della crisi finanziaria mondiale, ma la Fifa e quello che le ruota intorno gira come un turbo. Anche le spese ovviamente salgono ma non in modo tale da pregiudicare la straordinaria redditività di casa Blatter. La Fifa negli ultimi otto anni ha cumulato oltre 900 milioni di utili netti. Un bel tesoretto che ha portato le riserve patrimoniali dell’organizzazione alla cifra record di 1,52 miliardi di dollari dai 643 milioni del 2007. Un vero forziere sempre più ricco ogni anno che passa, che non ha bisogno di banche. Del resto la posizione di monopolista del gioco più bello del mondo ha i suoi vantaggi. Le tv pagano senza fiatare. Solo per la Coppa del mondo brasiliana la Fifa ha incassato 2,42 miliardi di diritti tv. Il marketing poi ha portato in casa da Rio de Janeiro 1,58 miliardi. E poi ci sono sponsor e partner. Da Adidas, a Coca Cola a Visa alla Sony. Tra partner storici e sponsor l’associazione svizzera del calcio globale incassa ogni anno la bellezza di oltre 300 milioni di dollari. Evento World cup o meno, quella provvista di denaro arriva sempre puntuale. Ovvio che se i ricavi sono ricchi e in crescita anno su anno a Zurigo sanno di poter largheggiare. Il capitolo spese è ricco di aneddoti emblematici. Solo il costo del personale (sono poco meno di 500 dipendenti) si porta via 115 milioni di dollari. Fanno cadauno, dal portiere al fattorino fino a Blatter oltre 240mila dollari l’anno. Ma è la media (elevatissima) di Trilussa.

Di questi 115 milioni di stipendi, i vertici manageriali (poco più di una quarantina di persone) da soli incassano oltre 40 milioni tra emolumenti annui e piani pensione. Dello stipendio di Blatter non si sa. Nel bilancio non c’è traccia. Ma di sicuro siamo su cifre di sei zeri. C’è molta opacità su molti capitoli di spesa. La comunicazione costa 37 milioni, ma non c’è dettaglio sui capitoli. Poi ci sono ben 35 milioni classificati come “altre spese operative”. La governance,come la chiama la Fifa (il costo del congresso annuale e le spese legali) vedono uscite annue per oltre 66 milioni di dollari. E poi cosa saranno quei 18 milioni spesi solo nel 2014 per il programma “Football for Hope”, il calcio per la speranza? Speranza per chi viene da chiedersi? Spuntano 8,7 milioni (erano solo 1,9 nel 2013) per non meglio specificati “progetti di solidarietà”. E addirittura la Fifa non riesce a dettagliare quei 43 milioni (erano 20 nel 2013) in un vago “altri progetti”. Per la Fifa che ha in cassa denaro liquido per oltre un miliardo saranno quisquilie, ma forse i cittadini del mondo su cui si scaricano, diritti tv, spese di marketing e quant’altro vorrebbero saperne di più. Questa sì è una speranza per il futuro. Resterà vana?

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