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Borse in calo, Milano chiude a -1,15%. Alta tensione sul…

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LA GIORNATA SUI MERCATI

Borse in calo, Milano chiude a -1,15%. Alta tensione sul Bund

Andamento titoli
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Mercati azionari europei deboli, al termine di una giornata condizionata ancora una volta dall’attesa per un accordo del salvataggio della Grecia e anche dalle turbolenze registrate dalla Borsa cinese. Pur chiudendo sopra i minimi di seduta, l’indice Ftse Mib ha comunque accusato un calo dell’1,15%, muovendosi tuttavia in linea con gli altri listini del Vecchio Continente. Al recupero del pomeriggio ha anche contribuito l’appello del Fmi, che ha raccomandato alla Federal Reserve americana di temporeggiare fino a metà 2016 prima di alzare il costo del denaro. Il ribasso di Wall Street (qui gli indici), che ha accelerato al ribasso quando è arrivata la notizia del rinvio a fine giugno - in un’unica rata - del rimborso al Fmi da parte di Atene, non è stato però di grande aiuto.

Bund ad alta tensione
La tensione è rimasta invece particolarmente elevata sui titoli di Stato: il Bund decennale è giunto a sfiorare l’1% per poi raffreddarsi allo 0,83%. Più contenute le oscillazioni del BTp, che si è attestato al 2,15% per uno spread BTp-Bund a 132 punti base. Simile l’andamento dell’euro, che è risalito per qualche ora sopra 1,13 dollari e poi è tornato al di sotto di tale soglia (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta).

Shanghai in odore di bolla
Già a Shanghai era stata una giornata piuttosto movimentata, con gli indici cinesi prima in picchiata di oltre il 5% e poi in deciso recupero sul finale dopo che erano stati attivati blocchi automatici alle contrattazioni. I listini del Sol Levante hanno del resto registrato rialzi anche a tre cifre negli ultimi mesi (+153% da inizio anno per l’indice dei titoli tecnologici ChiNext, per esempio). Si moltiplicano i timori legati alla creazione di una bolla speculativa, rinforzati anche dalle parole dell’influente strategist Bill Gross, che ha definito ieri via twitter le azioni cinesi come «la prossima grande occasione per i ribassisti».

Cauto ottimismo sul salvataggio di Atene, ma la Borsa va giù
Intanto, sul versante della Grecia è stata una nuova giornata di intense trattative. Dopo l’ultimo vertice in Commissione Ue sembrava aleggiare aria di accordo: lo stesso presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, aveva dichiarato che quello di ieri «è stato un buon incontro, proseguiremo nei prossimi giorni», mentre Alexis Tsipras era apparso ancora più fiducioso. «Sono ottimista - aveva detto il primo ministro greco - siamo molto vicini ad un accordo, abbiamo una base su cui discutere e nei prossimi giorni faremo ulteriori progressi, un accordo è in vista». La fase di stallo però persiste e la Borsa di Atene ha perso l’1,6% dopo il +4% di ieri, quando aveva prevalso l’ottimismo sulla chiusra imminente dell’accordo.

Fermi i tassi britannici, migliora l’occupazione Usa
Sotto l’aspetto macroeconomico, la riunione Banca d’Inghilterra sui tassi di interesse si è conclusa come nelle previsioni con una conferma degli attuali livelli. I consueti dati settimanali sui sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono rivelati migliori delle attese (276mila unità anziché 279mila) . Questi ultimi erano particolarmente attesi anche in vista delle indicazioni sul mercato del lavoro Usa che saranno rilasciate domani, come ogni primo venerdì del mese.

Tonfo di Saipem, tiene Pirelli
A Piazza Affari, in un contesto di generale debolezza, spicca il tonfo di Saipem (-12%) sulle indiscrezioni, riportate dal Sole 24 Ore, riguardo un possibile aumento di capitale nel contesto del rifinanziamento del debito da 6 miliardi. Le banche d’affari avrebbero prospettato diversi ipotesi per la ristrutturazione delle passività e tra queste ci sarebbe anche quella di una ricapitalizzazione tra 2 e 2,5 miliardi che potrebbe anche vedere l’ingresso di un nuovo socio. Tra i pochi a restare a galla figura invece Pirelli , con il mercato che punta a un ritocco all’insù del prezzo di offerta da parte dei cinesi di ChemChina.


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